Non si placano le polemiche a Palermo sulle delibere approvate dalla giunta comunale di Palermo e approdate in commissione Bilancio per il “visto” che riguardano la cancellazione di una serie di agevolazioni inerenti la Tari, la tassa sui rifiuti. Non tira di certo la gamba indietro uno come il senatore palermitano Davide Faraone che con il centrosinistra palermitano ha avuto anche più di qualche attrito e il conto sembra essere decisamente aperto, in vista delle prossime elezioni amministrative del 2022 in cui si parla di una sua candidatura a sindaco in antitesi con la coalizione che oggi sostiene il governo cittadino del sindaco Leoluca Orlando. A Faraone non vanno giù le proposte di stoppare le agevolazioni, della riduzione dei tempi di rateizzazione e del ripristino del regolamento anti-evasione sul pagamento della Tari. “C’è una certa sinistra dei salotti – attacca Faraone che non la tocca piano – che si riempie la bocca parlando di povertà nei salotti e quando governa tartassa gli ultimi, i più fragili, i più poveri”.
Le contestazioni nel merito
Faraone parla della delibera dell’amministrazione Orlando: “Si cancellano le agevolazioni sulla Tari alle persone con disabilità, agli anziani con pensioni a basso reddito, alle donne vittime di violenza” attacca Faraone. Una manovra che, secondo il presidente dei senatori di Italia Viva, andrebbe a far risparmiare al Comune appena 245 mila euro. Una goccia nell’oceano e per questo bolla il provvedimento come “delibera vergognosa”.
Un salvagente dal governo nazionale ma basterà
Lo stesso Faraone mette in evidenza che si sta varando il Dl fiscale in senato con cui si prevede uno stanziamento “una tantum” per il Comune di Palermo per provare a salvarlo dal dissesto finanziario. Ma secondo Faraone il rischio è che semmai in senato dovesse passare questo aiuto comunque si potrebbe rivelare inutile: “Se dovesse passare il provvedimento per il Comune di Palermo ci sono pronti 75 milioni di euro – precisa il senatore – ma si potrebbero rivelare inutili. Il Comune infatti ha ben 58 milioni di mancata riscossione della Tari e dunque questa una tantum del governo nazionale verrebbe quasi del tutto perduta in un anno. Dunque ci ritroveremo punto e a capo”.
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