Al via la V edizione di “Pubblic-Azione teatro festival- INcertezze”, rassegna di teatro contemporaneo ideata da Marco Pupella, che ne è direttore artistico fin dall’inizio.

Il primo spettacolo l’1 ottobre a Palermo

Il primo spettacolo andrà in scena sabato primo ottobre, al teatro Sant’Eugenio, alle ore 21, “Ouminicch al maschile”, testo e regia di Rosario Palazzolo. Sarà replicato “al femminile”, domenica 2 ottobre, con la regia di Giuseppe Cutino.

Una piéce che è una sperimentazione

“Con questa piéce – ha detto Pupella – ho voluto fare sperimentazione: lo stesso titolo affidato a due registi e cast diversi. Come amo dire la regia è un fatto di sensibilità e la sensibilità è il prodotto del proprio vissuto. Sono certo che il pubblico assisterà a due spettacoli diversi con prospettive diverse”.

Gli altri appuntamenti della rassegna

La rassegna procede il 7 ottobre con “L’amore è questione di naso”, testo e regia di Chiara Gambino; il 14 ottobre “Nuci e cruci”, testo e regia di Giuseppe Tarantino; il 21 ottobre, “Il nostro amore schifo”, testo di Francesco D’Amore e Lucia Maniaci, regia di Roberto Tarasco; il 22 ottobre “Il rasoio di Occam”, testo di Giusi Arimatea e Giovanni Maria Currò, regia di Currò; l’11 novembre “Il treno”, testo e regia di Marco Pupella.
Quest’ultimo spettacolo è liberamente ispirato all’omonimo romanzo di Gabriele Mastropaolo. Su un treno in viaggio verso “Carrapipi”, in Sicilia sinonimo di luogo privo di dimensione spazio-tempo, i personaggi decidono sul loro futuro, anche se spesso è il treno a decidere per loro.

Operatori della cultura tenaci e caparbi

“Posso affermare – ha continuato Pupella – che con poche risorse riesco a coinvolgere le migliori realtà del settore, creando un appuntamento artistico di rilievo per la città di Palermo. L’incertezza ha caratterizzato le ultime stagioni teatrali, rassegne e festival, consegnando a noi operatori della cultura la certezza di quanto il nostro comparto sia tenace e caparbio. I numeri ci danno ragione, il pubblico vuole gli spettacoli dal vivo, tradizione marcata nel nostro Dna da 2 mila e 500 anni”.

Articoli correlati