Momenti di tensione questa mattina alla piscina comunale di Palermo in viale del Fante. Si doveva svolgere una gara di pallanuoto e alcuni ragazzini dovevano allenarsi. Gli atleti sono arrivati accompagnati da genitori e parenti, ma davanti all’ingresso hanno trovato i responsabili dell’impianto che hanno negato loro l’ingresso. La tribuna è inagibile e la questura ha imposto il divieto per motivi di sicurezza.
Salgono i toni della protesta
I toni tra genitori e responsabili si sono alzati tanto che qualcuno ha minacciato di chiamare i carabinieri. “Non si capisce questa inagibilità a fasi alterne. La scorsa settimana c’erano gare e in tribuna c’erano seduti circa 400 spettatori che facevano il tifo. Oggi – dice un genitore lasciato fuori dall’impianto e sotto la pioggia – invece senza alcuna comunicazione non hanno permesso l’ingresso. E’ veramente una cosa incomprensibile anche perché molti genitori vengono da fuori e vengono per sostenere i propri figli che giocano nei campionati”. Dal Comune fanno sapere che la polizia amministrativa della questura nel corso di un sopralluogo ha imposto la chiusura della tribuna. “Avevamo avvertito le società di comunicare che la piscina era aperta solo per gli atleti – dicono dal Comune – Proprio per evitare che si creassero questi disguidi e inutili proteste. Appello che è caduto nel vuoto”.
Il guasto alla cabina
Ieri si era verificato un guasto alla cabina elettrica quando era in programma la gara valida per i play-out del campionato di A-2 maschile di pallanuoto tra Waterpolo Palermo e Marina di Carrara.
La piscina è rimasta aperta solo ed esclusivamente per l’intervento dei manutentori che hanno creato un by-pass consentendo la fruibilità. Il by-pass, però, non garantiva certezza, in caso di eventi atmosferici, di potere continuare ad utilizzare l’impianto. E così la Waterpolo Palermo, società tra le più blasonate e che conta centinaia di tesserati, ha rischiato di non potere disputare la partita con la conseguenza di una sconfitta a tavolino che avrebbe rappresentato un grave danno d’immagine non solo per la squadra ma per tutto il movimento natatorio cittadino.
Il Cus offre i propri impianti
Grazie all’intervento del Cus che con il presidente Giovanni Randisi ha messo a disposizione l’impianto attiguo alla cittadella universitaria l’incontro si è potuto disputare senza ulteriori conseguenze negative. Ma così non si può andare avanti. Ne è convinto il presidente Antonio Coglitore: “Questo non è modo di gestire lo sport in città – dichiara -. È l’ennesimo disservizio che subiamo in questa stagione. Dalle gare a porte chiuse per la tribuna inagibile, al guasto di ieri alla centrale elettrica. Non sappiamo quando le vasche chiuderanno per i lavori, quanto dureranno e se saranno disponibili valide alternative per svolgere attività. Abbiamo 18 persone a busta paga che chiedono mensilmente del loro futuro”.
L’assessore
Sulla vicenda è intervenuto l’assessore all’impiantistica sportiva Alessandro Anello: “Ci siamo sin da subito operati con l’Amg che ha la manutenzione elettrica dell’impianto per tamponare l’emergenza – dice Anello -. Al contempo mi sono attivato con il Cus per trovare una sede alternativa per la disputa dell’incontro della Waterpolo. Il nostro obiettivo è quello di portare a termine la stagione, per poi partire con gli interventi di riqualificazione previsti dal Pnrr per 12 milioni di euro. Siamo comunque a lavoro per trovare soluzioni per fare svolgere alle società in tutta tranquillità l’attività nella prossima stagione”.
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