Il pm Sara Morri della procura di Trapani ha chiesto la condanna a 21 anni e 5 mesi per l’imprenditore trapanese Matteo Bucaria accusato di essere il mandante del tentato omicidio del cognato Domenico Cuntuliano avvenuto nel 2013.

Il processo si sta celebrando davanti al collegio del Tribunale di Trapani presieduto da Enzo Agate.

Per quel tentato omicidio in un precedente processo è stato condannato a 12 anni l’ex fontaniere dipendente del Comune di Trapani Gaspare Gervasi.

L’avvocato della parte civile Antonio Ingroia, oltre alla richiesta di condanna ha chiesto un risarcimento danni per un milioni euro.

Il prossimo 23 gennaio sarà la volta degli avvocati difensori di Bucaria, Ninni Reina e Giovanni Liotti.

Nel 2020 Bucaria, che si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda, era stato arrestato dalla squadra mobile.

La vicenda che ha portato sotto processo Bucaria scaturisce dall’intercettazione di una corrispondenza che Gervasi dal carcere, è tornato libero da qualche tempo dopo avere scontato la condanna a 12 anni, stava per inviare all’imprenditore cognato della vittima del tentato omicidio, una richiesta di denaro.

Per la procura la richiesta di denaro sarebbe stata legata a un “patto” tra Gervasi e Bucaria.

“Il movente – ha detto in aula l’avvocato Antonio Ingroia – era quello di eliminare per raggiungere due obiettivi insieme: ottenere l’assicurazione sulla vita che la sorella di Cuntuliano (moglie dell’imprenditore Bucaria che sarebbe stato in difficoltà economiche) aveva fatto firmare in suo favore dal fratello ed accaparrarsi l’eredità di Cuntuliano che non aveva figli; ed assicurarsi l’impunità per avere “depredato” di circa 600mila euro che Cuntuliano aveva avuto come indennizzo per un grave incidente stradale che aveva subito. Cuntuliano non aveva mai saputo il reale importo dell’indennizzo.

Lo scoprì solo quando la Squadra Mobile di Trapani glielo rivelò durante le indagini. A Cuntuliano avevano detto che l’indennizzo era solo di 120 mila euro, invece di 620 mila Euro”.

L’avvocato Ninni Reina afferma: “Siamo fiduciosi di poter contestare tutti gli assunti, abbiamo elementi acquisiti per dichiarare l’inaffidabilità e insostenibilità delle accuse”.