Definitivamente archiviata la posizione dell’armatore della “Vulcanello”, Raffaele Brullo, riguardo al naufragio del peschereccio di Terrasini “Nuova Iside” in cui persero la vita nel maggio del 2020 Matteo, Giuseppe e Vito Lo Iacono, i tre membri dell’equipaggio. Il Gip di Roma, secondo quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa dell’Augusta 2, società armatrice della petroliera Vulcanello, accogliendo la richiesta della Procura ha archiviato la posizione di Brullo. Al riguardo anche il tribunale del riesame e la cassazione si erano in passato già espresse sulla non colpevolezza dell’armatore.
L’origine dell’inchiesta
L’armatore Raffaele Brullo era stato a Palermo al centro di un’indagine per cui inizialmente venne accusato del tentativo di occultare le prove della collisione fra la Vulcanello e la “Nuova iside”. Stando alle prime contestazioni Brullo avrebbe ordinato che lo scafo della nave fosse riverniciato al fine, avevano sostenuto gli inquirenti a Palermo sino a richiedere e ottenere gli arresti domiciliari dell’armatore, di celare i segni dell’urto con il peschereccio.
“Accuse smentite”
“Le accuse sono state categoricamente smentite – si legge nella nota dell’Augusta 2-. Le varie acquisizioni, fra cui quella relativa al fatto che la decisione di riverniciare lo scafo sia stata assunta, come provato da numerosi messaggi, ben prima del presunto sinistro, nonché al fatto che nessun elemento d’accusa è emerso dalle perizie sulla nave, hanno spinto prima il tribunale del Riesame di Palermo a revocare il provvedimento cautelare ingiustamente emesso, quindi la Cassazione a esprimersi nella stessa direzione. Ieri, in maniera definitiva, il Gip di Roma, su richiesta della locale Procura a cui gli atti erano stati trasmessi per competenza territoriale, ha archiviato il procedimento a carico di Raffaele Brullo, conclamando l’assoluta infondatezza di qualsiasi accusa e restituendogli la piena dignità di imprenditore corretto della quale un’inchiesta indiziaria infondata lo aveva pubblicamente privato”.
Processo in corso
Per il naufragio è attualmente in corso un processo in cui sono imputati il comandante campano della Vulcanello, Gioacchino Costagliola, e il terzo sottufficiale di coperta, Giuseppe Caratozzolo; un terzo indagato è morto prima che iniziasse il dibattimento. La società recentemente ha disposto un risarcimento alle famiglie delle vittime.
Commenta con Facebook