“Sicilia Futura è un partito politico ormai livellato su una gestione privatistica da parte di pochi che controllano tutto. Per questa ragione, con grande delusione e dopo aver provato a scuotere l’immobilismo dei vertici durante l’assise regionale di Messina, di fronte alla logica di poltrire in attesa di poltrone, lascio il movimento del quale sono stata socia fondatrice e nel quale ho lavorato dentro il coordinamento donne”.

E’ il polemico addio di Tiziana D’Alessandro che lascia Sicilia Futura sbattendo la porta. “E’ ingeneroso, oggi, ritenere che Sicilia Futura abbia due linee politiche: una a Palermo a sinistra e una alla Regione a destra. La linea politica, invece, a me sembra una sola: massimizzare i posti di governo o sottogoverno trasformando il partito in un pacchetto di voti all inclusive degno politicamente di un villaggio vacanze con offerte Last Minutes”.

Secondo D’Alessandro l’emorraggia sarebbe appena iniziata “Il caso emblematico della consigliera Giusy Cavaliere e di altri che come lei stanno uscendo sbattendo la porta dimostra la miopia dei vertici di Sicilia Futura e il loro disinteresse politico nei confronti di una base sempre più scontenta e delusa”.

“Osservare alcuni membri autorevoli del partito nelle vesti di grandi elemosinieri è disarmante e avvilente – continua D’Alessandro – Personalmente non conosco i risultati effettivi di una simile strategia al livello regionale ma, essendo impegnata sul territorio e conoscendo molto bene la realtà di Palermo, colgo perfettamente nell’atteggiamento assunto dal Sindaco Orlando un evidente disappunto verso certe logiche che questa amministrazione considera lontane dal suo modo di fare politica”.

“Il mio personale impegno politico per Palermo continuerà – conclude – ma solo dove la parola inclusione non sarà considerata un concetto astratto ma un valore concreto valido per garantire più opportunità per le donne, per i più deboli e per tutti coloro che hanno bisogno di accoglienza. Offrire una sedia al prossimo è più dignitoso di pretendere una poltrona dove sedersi. Nella vita e in politica”.