Sul terzo mandato dei sindaci fino a 15mila abitanti e sull’incremento dell’indennità di funzione degli amministratori locali interviene anche l’Asael, Associazione siciliana degli amministratori degli enti locali con il presidente Matteo Cocchiara.
“Non ci convince metodo Ars”
“Anzitutto – commenta Cocchiara – non ci convince il metodo con cui l’Ars intende affrontare le operazioni di riforme: è sbagliato operare con il metodo ‘a macchia di leopardo’. È necessario piuttosto che sia rivisitato in maniera più organica il tema più complessivo dello ‘status degli amministratori locali’. Questo in considerazione della lunga vita che, ormai, ha avuto la legge regionale 30 del 2000. Occorre un testo unico sugli amministratori dei Comuni che sia consono alle nuove funzioni e ai ruoli che, oggi, questi sono chiamati a svolgere”.
Sul numero dei mandati dei sindaci
“Sul tema particolare oggi all’esame dell’Ars sul numero dei mandati dei sindaci, siamo dell’opinione che anch’esso debba essere rivisto nell’ambito di una nuova visione che il legislatore deve avere del tema della rappresentanza democratica”.
Appoggio norma per rivedere indennità
E sulla decisione di rivedere le indennità dei sindaci Matteo Cocchiara dice: “Appoggiamo una norma in questa direzione ma, alla luce della crisi finanziaria dei Comuni, chiediamo che a farsi carico dei maggiori oneri sia la Regione”.
La seduta all’Ars
L’aumento di stipendio per i sindaci siciliani e niente terzo mandato nei piccoli Comuni è stato deciso dall’Ars il primo marzo nel corso di una seduta. Niente terzo mandato consecutivo almeno in questa tornata elettorale, invece, per i sindaci nei comuni fino a 15 mila abitanti ma la decisione non è stata presa in aula. La commissione Affari istituzionali, presieduta da Stefano Pellegrino di Forza Italia ha, infatti, accantonato il disegno di legge, rinviando alla capigruppo dell’Ars la decisione se portare a sala d’Ercole il testo con la deroga ma solo a partire dal 2023.
Sindaci più “ricchi”
Probabile il via libera all’emendamento che prevede l’aumento degli stipendi per sindaci e assessori comunali, in applicazione della normativa nazionale che ha stabilito gli aumenti con la finanziaria 2022. La norma di recepimento potrebbe essere stralciata dalla legge accantonata e portata comunque in aula separatamente. “Chiediamo che una delegazione di sindaci venga ricevuta urgentemente dal Presidente dell’ARS, Gianfranco Miccichè, dal Presidente della I Commissione, Stefano Pellegrino e dai Capigruppo parlamentari in merito all’adeguamento delle indennità e al terzo mandato dei sindaci”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di Anci Sicilia.
Cosa dice l’Anci
“Ribadiamo la necessità dell’adeguamento delle indennità, anche in Sicilia, a partire dal primo gennaio. È noto, infatti, che la Legge di Bilancio 2022 (comma 583, art. 1 Legge 30 dicembre 2021, n. 243 Bilancio 2022) ha previsto un incremento della indennità di funzione dei Sindaci dei Comuni delle Regioni a Statuto ordinario e tale provvedimento esclude i Comuni delle Regioni a statuto speciale. Il mancato adeguamento sorprende e mortifica il lavoro dei primi cittadini che ogni giorno portano avanti il mandato ricevuto dagli elettori, cercando di far fronte alle varie emergenze così come hanno fatto in questi due anni con le numerose problematiche scaturite dalla pandemia.
Il terzo mandato
Nel corso della seduta, mentre la commissione stava esaminando il ddl il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, infatti, avrebbe telefonato a Pellegrino per chiedergli di fermare tutto. “In merito al terzo mandato poi – conclude Orlando – ci preme sottolineare che la proposta, già approvata dalla I Commissione dell’ARS, nasce dal presupposto che tali limitazioni non appaiono giustificate in quanto non trovano corrispondenza in altre cariche istituzionali e rimuovere questa limitazione anche per i Comuni con popolazione da 5.000 a 15.000 abitanti non vuol dire, com’è evidente, rimuovere la competizione elettorale evitando di sottoporre i candidati alla valutazione degli elettori”.
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