Dieci artiste per ricordare il valore e il genio di tutte quelle donne che sono state “cancellate”, lasciate indietro, volutamente dimenticate, per il solo fatto di appartenere al genere femminile. “The Matilda Effect”, progetto espositivo curato e ideato da Francesco Piazza e sposato con grande entusiasmo dal gallerista Massimo La Piana, prende spunto dalla “Giornata internazionale delle donne nella scienza” che si celebra l’11 febbraio. Giornata istituita dall’Onu nel 2015 con lo scopo di sensibilizzare e promuovere “la piena ed equa partecipazione di donne e ragazze nelle scienze, in materia di istruzione, formazione, occupazione e processi decisionali”.

L’obiettivo

La mostra si prefigge un obiettivo importante, stimolare un ragionamento e costruire un dialogo sincero e privo di retorica su un tema come l’uguaglianza di genere. Perché scienza e uguaglianza di genere sono un binomio irrinunciabile ma che ancora fatica ad essere accettato, interiorizzato. Questo divario, rafforzato da stereotipi di genere e convenzioni che vedevano la scienza appannaggio degli uomini, ha portato per lungo tempo a influenzare, scoraggiare e condizionare le scelte delle donne impedendo a molte, troppe di loro, di poter seguire la strada che avrebbero voluto, che le avrebbe fatte sentire realizzate e perché no, felici.

Drammatiche vicende di emarginazione

Sono gli anni in cui la storia dell’emancipazione della donna è stata al contempo una drammatica storia di emarginazione. Nel percorso verso l’affermazione femminile, infatti, la pratica scientifica ha occupato sicuramente un posto di rilievo ed ha attraversato nel tempo molte difficoltà e ancor oggi purtroppo stenta ad essere pienamente realizzata. Già tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 si sviluppò infatti un sistematico processo di “cancellazione” delle donne di scienza e del loro operato dalla memoria storica, favorita anche dal fatto che, quasi sempre, per essere prese in considerazione, dovevano pubblicare col nome dei mariti o spesso firmare con degli pseudonimi maschili.

Il perché di Matilda Effect

Nei paesi anglosassoni questa tendenza a negare il contributo femminile all’invenzione scientifica è stata studiata dalla storica Margareth Rossiter che l’ha chiamata “Effetto Matilda”, dal nome della scrittrice e saggista statunitense, Matilda Joslyn Gage che fu suffragetta, attivista per i diritti dei nativi americani, abolizionista e libera pensatrice. The Matilda Effect, non è e non vuole essere una mostra celebrativa o agiografica ma un elogio dell’intelligenza, spesso del genio, non solo nella pratica scientifica che è solamente uno dei molteplici ambiti in cui si muovono le donne, ambiti che dovrebbero essere naturalmente ed equamente divisi tra uomini e donne ma che ancora oggi vengono contesi e molti considerati “robe da maschi”.

Il “gender gap”

La mostra affronta proprio il tema del gender gap, letteralmente divario di genere, ovvero la differenza di condizioni, trattamento e opportunità tra uomini e donne che non si limita al solo ambito scientifico ma che investe ogni ambito della società e del vivere quotidiano con tutte le conseguenze che questo porta nell’esistenza di una donna.

Le opere, realizzate appositamente per questo progetto

“Le 10 artiste invitate – scrive nel testo curatoriale Francesco Piazza – hanno voluto intraprendere la strada non facile di una descrizione intima e personale del loro rapporto con un mondo declinato al maschile, instillando nei loro lavori il germe della passione e della conquista e rivendicando il ruolo fondamentale delle donne nella lotta contro un sistema, molto simile a quello raccontato dalla Cage, che vorrebbe ancora cancellarne lo spirito di intraprendenza e l’affermazione individuale. Parlare delle donne nella scienza, quindi, non vuol dire solo celebrare il genio, l’intelligenza e la capacità di raggiungere traguardi importanti ma è, realmente, l’occasione per ricordare la storia di un percorso fatto di ostacoli e impedimenti anche drammatici volti a rivendicare un’equa ripartizione dei ruoli nella società. Significa anche affrontare temi più estesi e universali come l’uguaglianza e la parità di genere, le battaglie per il femminismo, per i diritti politici, l’aborto e gli straordinari contributi delle donne alla letteratura e all’arte. Parlare delle donne nella scienza vuol dire mantenere viva un’ideologia e le azioni attuate nel tempo contro tutti gli stereotipi divisivi onorando le numerose intelligenze “comuni” che hanno, per sempre, modificato la struttura sociale e la vita di intere generazioni”.

Luogo, date e orari

La mostra si terrà nella galleria “La Piana Arte Contemporanea” di via Isidoro la Lumia a Palermo. L’inaugurazione il 5 marzo e resterà aperta sino al successivo 26 marzo. Potrà essere visitata da lunedì a sabato, escluso il mercoledì mattina, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 20. Ingresso libero con Super Green Pass e mascherina ffp2.

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