L’Opera dei Pupi diventa arte contemporanea e a pieno diritto, reclama il suo posto in un museo. Il linguaggio dell’”Opra” è di impatto immediato, il suo ingresso in uno spazio espositivo travalica ogni intento di musealizzazione ma ne ricava, invece, una sorta di riconoscimento storico.

Capita al Museo Civico di Castelbuono, in provincia di Palermo, dove è stata inaugurata “Tra i Sentieri dei Ventimiglia”, mostra che raccoglie i pupi, gli apparati teatrali e gli scenari creati da Mimmo Cuticchio, con l’aiuto di Tania Giordano, per lo spettacolo che racconta la saga dei Ventimiglia, potenti Signori di Castelbuono, tra le famiglia nobiliari più in vista nella Sicilia medievale e rinascimentale.

Il progetto, commissionato dal Museo Civico di Castelbuono e co-prodotto dalla stessa istituzione insieme all’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, con il Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” e l’Accademia di Belle Arti di Palermo, e il sostegno di Elenka, è curato dal direttore del museo, Laura Barreca e da Valentina Bruschi. Ha già ottenuto un grande successo di pubblico, prima per lo spettacolo proposto sabato scorso, poi per la mostra che resterà aperta fino al 17 luglio. Dal 15 maggio si aggiungerà un video di Costanza Arena e Roberto Salvaggio che racconterà la nascita dello spettacolo e dei pupi sbozzati da Mimmo Cuticchio nel suo laboratorio. Sia il video che il pupo creato sulla figura di Giovanni I Ventimiglia, entreranno a far parte della collezione del museo.

Il pupo di Giovanni I Ventimiglia è stato realizzato da Mimmo Cuticchio con metodi artigianali ma con una concezione innovativa: un pupo con antichi occhi di vetro (utilizzati per le statue dei santi e acquistati da Cuticchio in Messico), con un’armatura che mescola, per la prima volta, i tre metalli della tradizione dell’Opra – alpacca, ottone e rame – e lo scudo che riprende l’aureola del busto argenteo di Sant’Anna, conservato nella cappella palatina del Castello.

Tutti gli elementi presenti sia nei costumi che nelle scene, realizzate da Tania Giordano, rimandano non solo alle vesti dei condottieri del Rinascimento, sulla scia del ritratto di Pippo Spano nel celebre ciclo ad affresco di Andrea del Castagno degli Uomini e Donne illustri, ma anche a famose architetture coeve, come il Maschio Angioino di Napoli. Gli stessi lavori includono elementi che si riannodano alla storia antica e moderna del territorio di Castelbuono, attraverso i suoi simboli più famosi, dall’Ariete di bronzo del III secolo a. C. conservato al Museo Archeologico Salinas, alla manna delle Madonie, estratta dai frassini, fino agli asinelli spazzini utilizzati per la raccolta differenziata.

In mostra anche il “cartellone” dello spettacolo, realizzato seguendo la tradizione dell’Opra, dal Laboratorio Saccardi (collettivo di artisti presenti nella collezione permanente del Museo Civico), che conduce da sempre una ricerca antropologica sull’iconografia della cultura popolare e sulla storia contemporanea, attraverso la rivisitazione visiva dei suoi simboli. Sette scene che raccontano gli episodi salienti della storia narrata da Cuticchio, dalla battuta di caccia nei boschi delle Madonie, alla battaglia sotto le mura di Troia di Puglia, dalla congiura di Siracusa al ritorno trionfale del Ventimiglia a Castelbuono. Il tutto restituito attraverso la cifra stilistica della pittura dei Saccardi, diretta e inequivocabile, tra decorazione tipica e inventata.

Lo spettacolo teatrale – e la mostra che lo racconta – mette in scena per la prima volta l’epica siciliana rinascimentale, legata alle vicende storiche che ruotano attorno alla figura di Giovanni I Ventimiglia (1382-1473 circa) capostipite dei Marchesi di Geraci e Signori di Castelbuono. Si tratta di una rilettura contemporanea della storia della Sicilia, attraverso la ricostruzione dell’importante casato che fin dal Medioevo ha avuto influenza in tutto il Mediterraneo, ma utilizzando il linguaggio contemporaneo – e tradizionale allo stesso tempo – del Teatro dell’Opera dei Pupi. Un segmento della secolare storia della Sicilia rivisitata da uno dei più grandi artisti del teatro dal vivo in Italia, Mimmo Cuticchio, che ha realizzato la messinscena. Lo spettacolo è stato concepito con Piero Longo, in veste di “dramaturg”, e attraverso la ricostruzione degli eventi storici del periodo, basata sugli studi storici di Orazio Cancila. Le musiche originali di Giacomo Cuticchio sono state composte appositamente per lo spettacolo e per il video, e sono ispirate alla poesia scritta da Torquato Tasso per Giovanni III Ventimiglia nel 1590.

Il Museo Civico di Castelbuono esprime un ringraziamento speciale a Elenka per la promozione delle attività culturali e per l’impegno nella diffusione dell’arte e la cultura contemporanea siciliana nel mondo.

Si ringraziano inoltre: Grand Hotel et Des Palmes, The HotelSphere Hotel & Villa Collection, Palermo; Villa Catalfamo, Cefalù; Hotel Paradiso delle Madonie, Agriturismo Bergi, B&b Donjon, Ristorante Palazzaccio, Ristorante Antico Baglio, Castelbuono.

L’Opera dei Pupi è bene immateriale e patrimonio dell’umanità, sancito nel 2001 dall’UNESCO, come lo è, dal 2016, il Parco Naturale Regionale delle Madonie.

 

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