La polizia di Stato ha dato esecuzione al decreto di confisca per beni per un valore di 600 mila euro emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo nei confronti di Alessandro Bono, 40 anni. Con lo stesso provvedimento è stato applicato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni. Bono è stato condannato per traffico di sostanze stupefacenti coinvolto nelle operazioni della squadra mobile di Palermo e dal gico della guardia di finanza, “Cinisaro” e “Meltemi”.

Dalle indagini è emerso che Bono avesse curato personalmente l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, servendosi sia di complici sudamericani che di servizi offerti da inconsapevoli società operanti nel campo delle spedizioni internazionali, intrattenendo stabili rapporti con narcotrafficanti colombiani ed elementi di spicco della criminalità organizzata calabrese. La droga destinata all’organizzazione retta di Bono viaggiava anche su aerei tanto che alcuni sequestri sono stati eseguiti negli aeroporti di Roma Fiumicino, Milano Malpensa e Ciampino.

In particolare, le ricostruzioni investigative hanno consentito di accertare il ruolo verticistico ricoperto dal BONO nell’ambito dell’associazione a delinquere dedita all’importazione dal Sud America di ingenti quantitativi di stupefacenti. Lo sviluppo delle investigazioni, infatti, ha permesso, anche in collaborazione con i collaterali Organi di Polizia di altri Paesi, tra cui quella ecuadoregna e spagnola, non solo di sequestrare un quantitativo complessivo di oltre 33 chili di droga e di trarre in arresto alcuni dei soggetti monitorati, ma anche di risalire la “piramide” dei fornitori all’ingrosso, finendo con l’individuare proprio Alessandro Bono il terminale ultimo per il rifornimento dello stupefacente per la piazza palermitana.

Il solido compendio indiziario, valutato dal G.I.P. del Tribunale di Palermo come idoneo ad integrare gli estremi della gravità necessari per l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere, cui è tuttora sottoposto il BONO, ha trovato conferma nella sentenza di condanna, pronunciata in data 12/02/2019 a seguito di giudizio abbreviato dal GUP di Palermo, alla pena di anni venti di reclusione.
Le successive indagini economico – patrimoniali condotte dall’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di

Palermo nei confronti di BONO Alessandro e del suo nucleo familiare hanno permesso di accertare l’assoluta esiguità delle risorse economiche dichiarate, un assetto patrimoniale squilibrato, caratterizzato da un’inconsistenza reddituale pressoché assoluta in netto contrasto con gli acquisti di beni immobili e con l’avviamento di due attività commerciali.

In particolare l’attività investigativa ha permesso di individuare un cospicuo patrimonio di origine illecita, costituito da due attività commerciali, operanti una nel settore delle onoranze funebri e l’altra nel commercio al dettaglio di fiori e piante, una villa nel territorio di Carini, un appezzamento di terreno con un fabbricato in costruzione, rapporti finanziari ed un’autovettura, raggiunto prima, in data 14.11.2017, dal provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione e, successivamente, dal decreto di confisca.