Per il traffico di droga a cavallo tra il Trapanese ed il palermitano arrivano 7 condanne e un’assoluzione. Questo l’esito del processo in abbreviato per 8 dei 20 imputati indagati nell’ambito dell’operazione “Oro bianco”. Nel 2021 scoperta una vasta organizzazione con collegamenti in provincia di Latina e persino con il Sud America. In totale oltre mezzo secolo di carcere per i presunti componenti dell’organizzazione.

Pene più alte per i capi dell’organizzazione

Il Gup di Palermo ha inflitto le pene più alte a coloro i vengono considerati i capi dell’organizzazione dedita al traffico di droga. Si tratta dell’alcamese Giuseppe Di Giovanni e del partinicese Gioacchino Guida. Il giudice ha inflitto ai due a testa 17 anni, 9 mesi e 10 giorni. Tutti gli altri imputati sono di Alcamo. Il Gup ha stabilito anche 8 anni ad Antonino Vilardi, 4 anni per Francesco Camarda, 2 anni e 8 mesi per Nicolò Rocca, 2 anni invece per Vincenzo Savallo e 10 mesi a Noemi Maria Vilardi. Unica assolta Gina Bertolino.

L’operazione

Il blitz fu della polizia di Stato nel cuore della notte ad Alcamo, in provincia di Trapani. Nel mirino degli investigatori della squadra mobile e anche del commissariato di Alcamo una organizzazione che veniva ritenuta dedita al traffico di stupefacenti, operante a cavallo fra le provincie di Palermo e Trapani e più esattamente tra le località di Alcamo e Partinico.

8 misure restrittive

Otto furono le misure restrittive emesse dal Gip su richiesta della direzione distrettuale di Palermo, e sedici le perquisizioni personali e domiciliari disposte dalla stessa Procura. Le accuse mosse a vario titolo erano di associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.

L’indagine e i collegamenti “altolocati”

L’attività di indagine svolta dagli investigatori del commissariato di Alcamo, è iniziata nella primavera del 2017 ed è proseguita fino all’estate del 2019. L’inchiesta avrebbe permesso di ricostruire l’organigramma del sodalizio dapprima capeggiato dal presunto mafioso Giuseppe Di Giovanni. Quest’ultimo era già ritenuto uomo di fiducia del defunto boss mafioso alcamese Ignazio Melodia, conosciuto con il soprannome di “u dutturi”.

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