Proseguono le indagini sulla morte dei due sub

Tragedia di Isola delle Femmine, l’ultimo saluto al bancario Aloisio di amici e parenti (FOTO)

Si sono stretti per l’ultima volta per ricordare Antonio Aloisio, il bancario di 56 anni del Monte dei Paschi di Siena morto in una tragica immersione a Isola delle Femmine.

Centinaia di persone , tra amici, familiari, colleghi e appassionati delle immersioni subacquee si sono strette attorno alla moglie e ai figli del sub, seduti in prima fila nella chiesa San Francesco di Sales di via Notarbartolo.

Il momento più toccante la lettera scritta dalla sorella. “Chi era Antonio? Era tante cose, ma era soprattutto un uomo perbene, una persona perbene. Chi l’ha conosciuto sa che la famiglia era la sua priorità: sua moglie, i suoi figli, noi, i suoi nipoti. La sua famiglia sapeva di poter contare su di lui sempre. Chi era suo amico sa quanto Antonio fosse sempre presente. Per lui il mare era molto più di una passione. Più volte gli abbiamo sentito dire che voleva morire lì. Aveva tanti difetti: era testardo, orgoglioso, ma era generoso, altruista, allegro, vivace, ironico e tanto, tanto altro. Grazie a tutte le persone che sono qui: voi lo avevate scelto come amico, ma se anche noi avessimo potuto scegliere, non avremmo che potuto scegliere un figlio, un fratello, un marito uno zio migliore di te, grazie per quello che sei stato”.

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Sul fronte delle indagini le risposte sulla morte di Antonio Aloisio e Giuseppe Migliore arriveranno dai computerini e dalla telecamera ritrovati addosso al secondo, ripescato dopo due giorni dall’incidente.

La strumentazione costituisce infatti una sorta di scatola nera dell’immersione e sarà analizzata in questi giorni dai tecnici incaricati dalla guardia costiera. Soltanto a fine mese, invece, arriverà l’esito della perizia affidata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico sulle bombole utilizzate da Migliore: solo in quel momento si potrà sapere con certezza come fossero caricate e se fossero perfettamente funzionanti.

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Dai primi accertamenti autoptici compiuti sabato sui due cadaveri si è potuto chiarire che Aloisio è morto per un’embolia gassosa, mentre l’amico è annegato.

L’ipotesi più probabile per ora è che Migliore abbia avuto un malore – tutta da chiarire la causa – e che Aloisio, vedendolo in difficoltà, abbia deciso di risalire in superficie per lanciare l’allarme, ma troppo velocemente (dalla profondità di 87 metri in 16 minuti) non rispettando i necessari tempi di decompressione. L’urgenza di salvare il compagno gli sarebbe stata dunque fatale.

Le bombole usate da Aloisio non sono state ancora ritrovate, mentre quelle di Migliore sono state sequestrate e saranno ora analizzate da un esperto. Un’ipotesi – molto probabile ma ancora tutta da dimostrare – è che potessero essere state caricate soltanto ad aria.

Una scelta che, quando ci si immerge a più di 40 metri di profondità, può diventare molto pericolosa. In questi casi, infatti, viene utilizzato il così detto «Trimix», una miscela composta da ossigeno, elio ed azoto. Se questa circostanza venisse accertata, i due sub di 56 e 58 anni – usciti quella mattina per esplorare il relitto del mercantile Loreto, affondato nel 1942 – sarebbero stati particolarmente imprudenti. Ed è un dato che stona un po’ col fatto che avevano il brevetto per le immersioni da 7 anni e che quel giorno sul gommone con loro c’era pure il loro istruttore, Giovanni Cangelosi: i tre non potevano quindi ignorare i rischi che avrebbero corso usando bombole caricate solo ad aria per scendere a quasi 90 metri di profondità.

Secondo una prima ricostruzione, Aloisio e Migliore si sarebbero calati in mare, non lontano dall’isolotto di Isola delle Femmine dove si trova il relitto, mentre Cangelosi sarebbe rimasto sul gommone. I problemi non si sarebbero verificati subito: Aloisio, infatti, sarebbe riaffiorato, già cianotico ed in gravi condizioni, dopo quasi un’ora dall’immersione. Cangelosi si era precipitato verso la banchina per salvarlo, ma era stato inutile. Il corpo di Migliore, invece, è rimasto sui fondali per tre giorni.

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