Sono 25 i reperti prelevati dalla petroliera Vulcanello attualmente in rada perchè sotto sequestro per disposizione della magistratura allo scopo di accertare se ci sia stato un urto con il motopesca Nuova Iside affondato a metà maggio.

I reperti saranno confrontati martedì prossimo con il materiale fornito dalle famiglie delle vittime. Bisogna stabilire se alcune tracce di vernice bianca ritrovate dal Ris dei carabinieri sulla prua della petroliera sequestrata e ferma nel porto di Augusta siano tracce di vernice della Nuova Iside, affondato nel mare di San Vito Lo Capo.

Elementi che potrebbero fornire nuova luce su cosa sia successo la notte tra il 12 e il 13 maggio quando l’imbarcazione della marineria di Terrasini si è inabissata causando tre vittime. Indagati dalla procura di Palermo per omicidio colposo e omissione di soccorso il comandante della petroliera e l’armatore della società Augustadue del gruppo Mednav e due ufficiali di plancia in servizio sull’imbarcazione. L’ipotesi è di una collisione.

Il relitto del Nuova Iside è stato trovato a 1400 metri di profondità on un’area a circa 30 miglia a nord di Palermo, grazie all’impiego dei sensori della nave e di un veicolo filoguidato del Comando Subacquei e Incursori (Comsubin).

Ieri, intanto, è stato trovato nel mare di Gioia Tauro un cadavere. Un ritrovamento che ha fatto sospettare possa trattarsi del corpo di Vito Lo Iacono, 26 anni, il terzo marinaio ancora disperso. Ma la famiglia, fa sapere l’avvocato Aldo Ruffino, è disponibile a collaborare e fornire il Dna per un eventuale confronto con quello del corpo recuperato in Calabria anche se per i familiari restano tanti dubbi sulla possibilità che il corpo di Vito possa essere arrivato fin nella zona di Gioia Tauro.

In questi giorni la nave della Marina Militare tornerà di nuovo sul luogo dove si trova il peschereccio affondato e con il robottino cercherà di entrare dentro lo scafo e vedere se per caso il corpo di Vito è rimasto incastrato dentro l’imbarcazione.

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