Sono in corso al porto di Augusta gli accertamenti irripetibili sulla petroliera Vulcanello, sequestrata nei giorni scorsi su disposizione della Procura di Palermo, per cercare di ricostruire cosa sia accaduto il 13 maggio scorso quando, nel mare di San Vito Lo Capo, si sono perse le tracce del peschereccio Nuova Iside.

Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto Vincenzo Amico, sperano di trovare qualche traccia utile sull’imbarcazione che possa spiegare cosa sia successo. L’ipotesi più accreditata per il momento èche non vi sia stata una collisione tra i due mezzi, ma che la petroliera, passando molto vicino al peschereccio e ad una velocità sostenuta (12 nodi)possa aver generato un’onda che abbia fatto capovolgere la Nuova Iside, poi affondata in un punto in cui la profondità del mare è di oltre 1.200 metri.

Questa lettura è quella che sarebbe maggiormente compatibile con i tracciati radar, dove sarebbero evidenti i segnali delle due navi in movimento. Nel tracciato quello del peschereccio la Nuova Iside prima si indebolirebbe e poi sparirebbe del tutto. Se fosse avvenuta una collisione, questo ipotizzano gli inquirenti, non vi sarebbe stato il secondo segnale, quello debole, del peschereccio.

La Procura indaga per omicidio colposo e omissione di soccorso, visto che quel giorno hanno perso la vita tre persone: Matteo e Giuseppe Lo Iacono, ma anche Vito Lo Iacono, di cui però il corpo non è mai stato ritrovato. Al momento, come atto dovuto, sono finiti sotto inchiesta il comandante della petroliera e l’armatore della società Augustadue del gruppo Mednav, nonché due ufficiali di plancia in servizio sull’imbarcazione.

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