I tassisti siciliani sono a un passo dalla catastrofe. Sono più di mille le famiglie siciliane aggrappate a questa professione, quasi trecento le licenze nella sola provincia di Palermo.
L’epidemia Covid 2019 e il lockdown prolungato potrebbero essere il colpo di grazie a questa professione, in crisi già da parecchi anni.
Questa mattina a Siracusa, un tassista si è legato alla Statua di Apollo per far conoscere il dramma che lui e la sua famiglia stanno vivendo. Anche a Palermo, la situazione è grave e i tassisti sono appesi a un filo sempre più debole.
Tony e Vincenzo ci hanno raccontato le loro storie, i problemi che la categoria sta affrontando. Non hanno ricette per la soluzione, ma sperano che qualcuno possa intervenire per salvarsi.
I conti sono presto fatti: la professione del tassista, in Sicilia, è legata ai flussi turistici. Il grosso del lavoro si sviluppa tra marzo ed i primi di ottobre. In questi mesi, la categoria deve raccogliere i soldi necessari per tirare avanti tutto l’anno e fare fronte alle incombenze e ai pagamenti: le tasse, il rinnovo periodico delle licenze, la manutenzione del mezzo, i costi assicurativi e l’ammortamento del veicolo e tanti altri piccoli e grandi rivoli che incidono almeno per il 60-70 per cento sull’incasso lordo di un operatore di quella categoria.
“In media un tassista – raccontano Tony e Vincenzo – può guadagnare tra i 100 e i 150 euro al giorno in alta stagione. Possono sembrare tanti, ma sono soldi che devono essere spalmati per quel periodo di stanca, che dura quasi cinque o sei mesi, in cui il ricavo giornaliero si riduce ai minimi termini”.
Ad ascoltare le loro parole, per i tassisti non c’è stata alcuna ripartenza: “in questo periodo non si batte un chiodo, dovremmo lavorare al massimo, ma le nostre giornate sono delle lunghe e infinite attese. Qualcuno torna a casa dopo 12, 13 ore di lavoro con in tasca dieci euro. Siamo ridotti sul lastrico e non possiamo più sostenere questa situazione. Le nostre famiglie soffrono, ed ora arriva il periodo in cui si devono pagare una montagna di tasse, tributi e balzelli vari”.
“Non arrivano turisti – continua lo sfogo dei due tassisti- non arrivano manager e imprenditori, l’aeroporto funziona al minimo e lo stesso si può dire per il porto e per la stazione. Altro che ripartenza, abbiamo bisogno di aiuto concreto e l’unico modo per farlo è sbloccare tutto e consentirci di tornare a lavorare”.
Per tentare di salvare il salvabile, sono state avviate delle iniziative di marketing estemporanee. Alla stregua del modello sharing utilizzato in aeroporto, i tassisti palermitani hanno avviato un servizio navetta per i ragazzi che devono tornare in città dalla spiaggia di Mondello. Per pochi euro, caricano a bordo quei ragazzi che non riescono a salire sui bus, altra piaga del trasporto pubblico locale Covid 2019, la cui capienza è ridotta ai minimi termini.
Il risultato per i tassisti è mettere da parte quei quindici, venti euro che danno il senso della giornata di lavoro. “Dobbiamo portare un pezzo di pane a casa – commentano con tristezza i due professionisti – e molti di noi non riescono ad ottenere neanche quello. Abbiamo bisogno di aiuto. E subito”.
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