“Cassandra è la denuncia che non viene ascoltata. Certo, è una donna che urla al coro, vale a dire il popolo, e che lo esorta ad intervenire a causa dell’uccisione imminente del proprio sovrano; purtroppo non le si presta attenzione”.

Così la scrittrice Valeria Parrella, durante l’intervista alla Notte Bianca Nazionale del liceo classico Vittorio Emanuele II di Palermo, attualizza una tragedia di grande spessore culturale come “Agamennone” di Eschilo, riportando fatti di cronaca quali gli incidenti casalinghi. L’autrice ha presentato il suo testo teatrale “Il Verdetto” in cui una donna dell’alta borghesia e moglie di un boss della camorra, decide di uccidere il marito; spiega alla Corte il suo atto giustificandosi quasi, poiché se non poteva essere suo, non aveva motivo di essere.

Notte Bianca voluta dalla preside Rita Coscarella, e le insegnanti Marina Buttari, Caterina Ferro. 

Attraverso un intreccio di domande e risposte, la scrittrice ci fa scoprire la sua opera antica che ha risvolti modernissimi.

“Se fosse stata al posto dei giudici, come si sarebbe comportata nei confronti di Clitemnestra? L’avrebbe condannata oppure l’avrebbe assolta?
L’avrei condannata; non amo i delitti passionali, vale sia per gli uomini sia per le donne.

“Agamennone vedeva Clitemnestra come una proprietà nel libro, sembrava che avesse lui il controllo, in realtà chi vince questa contesa?
Secondo me vince Clitemnestra, sai? Vince chi riesce ad esercitare il potere per ultimo nelle tragedie greche quindi in questo caso lei; anche se la fine vera e propria si trova nelle Eumenidi, quando le Erinni si trasformano in Eumenidi dopo che Oreste ha compiuto un matricidio. Egli si macchia di un delitto più grande; per volere di Apollo toglie la vita a colei che ha lo ha generato e viene inseguito dalle Erinni (i giudici infernali), ma a parer mio sono i sensi di colpa che inseguono fino a quando non risolvi tutto; credo che alla fine vince Atena, la democrazia. Ella fonda la Boulè (Senato); per cui nasce una giuria per capire cosa sia giusto o sbagliato. E’ necessario l’intervento di due dei.

“Cassandra può essere considerata la vittima di un amore sbagliato?
Sì, vittima per due volte.

Se Agamennone non fosse stato ucciso, Cassandra avrebbe preso il posto di Clitemnestra?
Eh sì, questi uomini che hanno una nuova relazione. Se ci fosse stato il divorzio, quindi senza spargimento di sangue, sarebbe diventata una sceneggiata napoletana. Sicuramente si sarebbe messo con una donna più giovane.

Però Cassandra sarebbe impazzita
Ma cosa ne possiamo sapere, magari si trovava bene. Era sempre moglie di un re, siamo realisti. Nonostante fosse una vittima anche di se stessa poiché non veniva mai creduta pur dicendo la verità, era conveniente sposare un sovrano.

“Clitemnestra è mai appartenuta ad Agamennone? Oppure era solo una convenzione?
Io vorrei dire che nessuno appartiene ad un altro, ma la regina successivamente resta incinta di due gemelli; vi era ugualmente un legame”.

“Di tragedie ce ne sono anche oggi: genocidi e i delitti familiari sono al centro della cronaca. E’ la storia di tante vite che si ripetono. Come si può cercare di dare una mano per prevenire questi delitti?
A breve termine aumento delle pene e reti sociali forti, consultori (distrutti tutti) costruiti negli anni 70’; un luogo dove una donna che si sente in trappola di un uomo, della pillola del giorno dopo, di un fatto qualsiasi, possa parlarne con una persona competente anonimamente. Aumento della pena poiché molti dei femminicidi, avvengono dopo più denunce. Nel lungo periodo sempre maggiore educazione e rispetto. L’idea della differenza. Il corpo di una donna è una forza inarrestabile; tutte le chiusure sono sempre nel corpo della donna. Il burqa tiene la donna in una prigione, ma anche vederla indossare una gonna molto corta la chiude dentro il pregiudizio. Si passa sempre dagli occhi degli uomini; non sono libere. Oppure la comunicazione. Io non ci credo che il vicino di casa non sapeva del litigio tra marito e moglie o non era a conoscenza della loro contesa continua ed estenuante. La rete sociale è fondamentale. L’ultima ragazza che è stata uccisa, aveva scritto non ricordo a chi che aveva paura, dico io, è una lampadina di allarme. Se posto la foto di un occhio sofferente, mi aspetto che qualcuno mi aiuti. In alcuni casi, non è la prima, né la seconda, tutti sanno.