“La Regione ha il dovere di garantire il trasporto pubblico, specie nelle aree interne e per le tratte meno redditizie: in ballo non c’è solo il destino dell’Ast e dei 574 dipendenti effettivi, più i circa 200 interinali, che ad oggi non hanno alcuna notizia sul loro futuro, ma di tanti siciliani che hanno bisogno di essere tutelati e per questo chiediamo al Governo Schifani impegni precisi e concreti, a partire dalla trasformazione dell’Ast in una società in house”. Lo dicono Nicolò Scaglione, Romualdo Moschella e Lillo Sturiale di Faisa Cisal, a margine dell’incontro di oggi con l’assessore regionale ai Trasporti Alessandro Aricò, il Dirigente generale Salvatore Lizzio ed Eugenio Ceglia.
Le richieste del sindacato
“Abbiamo evidenziato la necessità di intervenire sulle autostrade, specie sulle tratte Palermo-Catania e Catania-Messina – dicono i sindacalisti – così come di intervenire sulla rete ferroviaria. Su Ast, come Faisa Cisal chiediamo un tavolo permanente di confronto e la trasformazione in una società in house che sia competitiva sul mercato ma al contempo garantisca le tratte sociali, oltre a precise rassicurazioni sul personale e su chi ha acquisito professionalità. I trasporti sono un settore strategico per la Sicilia e il suo sviluppo, ma risentono di atavici ritardi che vanno recuperati per colmare il gap col resto d’Italia”.
L’Ast fa retromarcia, le corse interne in Sicilia non si fermano
Retromarcia Ast. Le corse interne ai comuni siciliani proseguiranno contrariamente a quanto annunciato ai primi di febbraio dall’Azienda siciliana trasporti. Lo stop è stato revocato dopo un incontro all’assessorato regionale alle Infrastrutture con i vertici dell’Ast che hanno accettato la linea di mantenimento del servizio chiesta dal governo Schifani.
I debiti dell’Ast
Sulla società peserebbero 70 milioni di esposizione debitoria (15 verso i fornitori, 20 verso l’agenzia delle entrate e 32 di scopertura bancaria verso il gestore della tesoreria) e 25 milioni di crediti vantati dall’amministrazione regionale.
E da settimane chiede al governo una ricapitalizzazione. Ma il presidente della Regione Schifani è contrario a immettere ancora liquidità in una partecipata costantemente in perdita.
Da queste difficoltà economiche la decisione di fermare i collegamenti interni nei Comuni. A essere penalizzate, tra gli altri, 3 capoluoghi e cittadine come Ragusa, Siracusa, Barcellona e Gela.
Nel vertice del 7 febbraio però l’assessore Infrastrutture e Mobilità Alessandro Aricò ha messo di fronte al tavolo azienda e sindaci. Alla fine è passata la linea della prosecuzione del servizio.
I sindacati chiedono una soluzione per i lavoratori
In contemporanea, sotto la sede dell’assessorato in via Leonardo Da Vinci si erano radunati i sindacati per protestare contro la mancata convocazione al tavolo. Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Cisal chiedono soluzioni.
“È una vertenza – sostengono i sindacati – che riguarda quasi 800 lavoratori e il futuro del trasporto pubblico nella nostra regione. Urge quindi un tavolo di confronto che coinvolga tutti i soggetti interessati”. I sindacati chiedono la ricapitalizzazione dell’azienda da parte della Regione, socio unico, e un piano aziendale che disegni le sue prospettive, che passano anche per il mantenimento delle tratte urbane che Ast sta dismettendo. “Senza queste – è il parere dei sindacati – il futuro dell’azienda è incerto ed eventuali affidamenti dei Comuni ai privati non offrirebbero alcuna garanzia per i lavoratori”.
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