No alla dismissione dell’Ast senza un confronto con le forze di maggioranza. È la richiesta del deputato regionale di Fratelli d’Italia, Carlo Auteri, in merito all’ipotesi paventata dal presidente della Regione, Renato Schifani, di liquidare la partecipazione dall’azienda dei trasporti, appesantita da una montagna di debiti che gli impedirebbero di proseguire il servizio in molti Comuni siciliani, tra cui quelli del Siracusano, i cui sindaci, nei giorni scorsi, hanno ricevuto una nota dell’Ast in cui si annuncia lo stop dei collegamenti a partire dal primo di marzo.
Il piano di Schifani
Secondo quanto sostenuto dallo stesso deputato di FdI, Schifani “ha incaricato il professore Michele Perrino, docente di Diritto commerciale al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Palermo, di preparare una relazione su un eventuale piano di dismissione”.
I debiti
Sulla società peserebbero 70 milioni di esposizione debitoria (15 verso i fornitori, 20 verso l’agenzia delle entrate e 32 di scopertura bancaria verso il gestore della tesoreria) e 25 milioni di crediti vantati dall’amministrazione regionale.
“Non vi è dubbio che il passato Cda dell’Ast abbia commesso qualche errore e che si sia perso qualche passaggio tra le procedure di controllo dei conti dell’azienda – sottolinea Auteri – ma questa gestione, con a capo Santo Castiglione, ha già portato ottimi risultati per le casse della società. Il piano economico di quest’ultimo anno ha dimostrato la capacità gestionale di questo gruppo.
“Decisione del Governo frettolosa”
“Bisogna – evidenzia il deputato regionale di FdI, Carlo Auteri – prima capire se si riesce a predisporre un piano industriale in grado di rimettere in piedi una società storica come l’Ast, mantenendo gli attuali livelli occupazionali. Quella del Governo mi sembra una decisione frettolosa e non condivisa con i gruppi parlamentari di maggioranza per questo chiedo all’assessore alla Mobilità Alessandro Aricò e al presidente Schifani di fermarsi e avviare una larga interlocuzione per tutelare azienda, lavoratori e immagine della Sicilia, considerato che la Regione detiene il 100 per cento delle quote. Serve un confronto con le forze di maggioranza prima di avventurarsi in strategie frettolose”.
Commenta con Facebook