In Sicilia non si sono mai svolte gare ordinarie per il rilascio delle concessioni alle ditte che si occupano del trasporto pubblico su gomma per conto della Regione Siciliana. Le ditte che gestiscono tali servizi hanno ricevuto le concessioni addirittura negli anni ‘30. Una situazione tutt’altro che normale”.

A denunciarlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Stefania Campo che annuncia una serie di azioni parlamentari per incalzare il governo regionale a mettere ordine nel comparto. “Ho voluto approfittare della pausa lavorativa di questo mese – spiega la deputata Campo – per fotografare nel dettaglio una questione di grande interesse e che merita grande attenzione da parte di una politica che invece è rimasta sempre sorda. Mi riferisco al trasporto pubblico, regionale e locale, che scontenta abitualmente tutti i pendolari ed è ancora peggiore nei mesi estivi, quando scontenta anche i turisti che vorrebbero andare da una parte all’altra dell’Isola, ma che giocoforza, sono costretti a fare i conti con tutta una serie di disagi derivanti da tempi d’attesa e di percorrenza di tratte che, altrove, vengono coperte in tempi assolutamente minori”.

Prendendo i bus di mezza Sicilia – spiega Campo – cercando le coincidenze orarie, ipotizzando normalissimi tragitti turistici e studiando le carte del Piano Integrato delle Infrastrutture e della Mobilità, vigente dal giugno 2017, ci si accorge, con estrema evidenza, che il tutto conduce ad una serie di incredibili e assurde scoperte, prima fra tutte, quella che in Sicilia le tratte del trasporto pubblico su gomma non sono mai state assegnate attraverso gare d’appalto. Sembra incredibile ma è così. Le ditte che gestiscono il trasporto pubblico, hanno ricevuto le concessioni addirittura nel 1939 e nel 1964. Ho scoperto inoltre che in Sicilia non si sono mai svolte gare ordinarie per il rilascio delle concessioni alle ditte che si occupano del trasporto su gomma per conto della Regione Siciliana. Tali concessioni, vecchie rispettivamente di 70 e 55 anni, nel 2005 furono trasformate dal governo Cuffaro in contratti di affidamento provvisorio (quindi ben 14 anni fa). Ebbene, tali contratti di affidamento provvisorio con il ‘sicilianista’ governo Lombardo, nel 2009, sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2015 e che anche il ‘rivoluzionario’ governo Crocetta, come tutti i suoi predecessori, ha prorogato nuovamente i contratti provvisori fino al 31 dicembre 2017. Sempre il governo Crocetta, ancora nel 2017, ri-prorogò servizi e privilegi alle stesse ditte, fino al 3 dicembre 2019”. La deputata regionale, esamina poi i dati del servizio costi e benefici per i passeggeri, mettendoli a paragone con quelli di altre regioni italiane di pari dimensioni.

“La Regione Siciliana – sottolinea Stefania Campo – a fronte di un servizio scarso, inefficiente, antiquato, realizzato con mezzi in gran parte sporchi, malfunzionanti, obsolescenti e da rottamare, ha elargito la somma di ben circa 74 milioni di euro solo per il trasporto pubblico extraurbano (a parte, quindi, altri 82 milioni per il trasporto urbano). La Regione Siciliana garantisce direttamente, tramite l’AST, solo il 24% delle percorrenze, mentre da decenni finanzia profumatamente la SAIS Trasporti, la SAIS Autolinee e l’Interbus che gestiscono, insieme, un ulteriore 24%. Sempre per non farsi mancare nulla, ‘mamma Regione’ mantiene in vita altre ben 79 aziende disseminate in tutto il territorio siciliano, scoordinate fra loro, con tratte non coincidenti, facendo inutile e dannosa competizione alla ferrovia, accavallando orari di partenza dei propri bus con quelli dei treni stessi e costringendo i propri utenti a viaggiare in condizioni, a volte, a dir poco sconvolgenti.

“La Regione – spiega ancora la deputata – nonostante l’enormità della spesa (in totale 157 milioni), del numero di concessionari (83), degli anni passati dalle prime ed ingiustificabili proroghe (14 anni) e della inesistenza di gare dal 1939, comunque, nonostante tutto ciò, riesce scandalosamente a garantire un numero di corse pari solo a meno della metà di quelle della Regione Lombardia, solo un terzo rispetto a quelle di Roma e meno di un terzo rispetto addirittura alla Regione Marche”.

“Altro aspetto non secondario – spiega ancora la deputata – è che la Regione non ha mai recepito la legge nazionale che impone di parametrare i rimborsi alle aziende private esclusivamente per compensare i bassi ricavi; finora invece le corse vengono pagate dalla Regione (circa un euro a chilometro) e i concessionari, cioè le aziende, incassano anche i biglietti. Fortunatamente tale “sistema” ha una scadenza improrogabile, fissata dalle disposizioni contenute nel Regolamento 1370/2007 dell’Unione Europea. Entro la data del 3 dicembre 2019 infatti si dovrà procedere all’affidamento dei servizi di trasporto su gomma mediante (finalmente) l’espletamento di procedure concorsuali aperte. Quindi niente più proroghe, contratti di affidamento provvisori, concessioni datate 1939 ed altre cose simili. Ma a quella data, non solo a nostro parere, il governo Musumeci dovrà arrivare in tempo ma dovrà anche essere capace di ridisegnare il sistema complessivo della mobilità nella nostra Isola. Stavolta – conclude la portavoce Ars – ne va veramente del nostro futuro, del futuro di un settore economico “strategico” come quello del turismo e del futuro dei tanti giovani che stanno scommettendo sul loro rimanere in Sicilia puntando proprio su questo definitivo decollo”.