“Posizionati tre alberi di carrubo al posto del Ficus rimosso. Ma il rischio in città non sta solo nella caduta di un albero, riguarda gli altri alberi che stanno distruggendo strade e marciapiedi e che provocano sistematicamente danni ed incidenti ai cittadini”. Lo dice Marcello Susinno Consigliere Comunale di Sinistra Comune in un’ interrogazione presentata.
“Tutto ciò è frutto di una ultradecennale politica scellerata di piantumazioni di specie arboree in ambiti urbani. L’Amministrazione, oggi, deve avere anche il coraggio di intervenire definitivamente sostituendo le specie di alberi, con altri adatti ai contesti urbani. Ciò è necessario – continua Susinno – in quanto nonostante gli sforzi dell’Amministrazione le manutenzioni non possono stare dietro alle devastazioni delle radici degli alberi che prefigurano, spesso, l’idea di un’esplosione che arriva dal sottosuolo”.
“E’ il caso della Via Monte San Calogero – esemplifica il consigliere comunale -, dove non troppo tempo addietro si è provveduto alla sistemazione della sede stradale; Non era difficile, infatti, immaginare che poco dopo tutto sarebbe tornato come prima, anzi forse peggio. La strada appare sconquassata da veri e propri pericolosi dossi artificiali dovuti alla crescita naturale, ma scomposta, delle radici di pini marittimi che ne alterano il manto stradale in più punti”.
“Casi altrettanto eloquenti riguardano la Via Lanza di Scalea dove insistono inspiegabilmente dei “pini marittimi” mentre a poche passi, in Via dell’Olimpo, risultano piantumati le specie di Chorisia. A questo si aggiunga l’esborso di pubblico denaro, per il risarcimento dei danni provocati alle vittime di incidenti e di cadute, causate dalle radici sporgenti. Pertanto – conclude Susinno – ho chiesto attraverso una specifica interrogazione se le piantumazioni attualmente in essere nelle predette vie cittadine risultano compatibili in un contesto urbano, ovvero se non sia il caso che l’Amministrazione intervenga definitivamente al più presto, sostituendo le predette specie di alberi con altri più compatibili e meno pericolosi per la pubblica incolumità”.
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