I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza della procura nei confronti di Massimiliano Lannino, 46 anni, ispettore di vigilanza dell’Inps, accusato di avere truffato l’ente previdenziale per 96 mila euro.

Le dichiarazioni dei familiari

Le indagini dei finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria, con la collaborazione della direzione provinciale dell’Inps, avrebbero accertato che l’impiegato non avrebbe comunicato all’Inps nessun conflitto di interessi come quello di svolgere un’attività di collaborazione professionale continuativa con uno studio legale.

La comunicazione sarebbe prevista dal contratto e avrebbe comportato il passaggio dal tempo pieno al part time e dunque una riduzione del 50% dello stipendio e la perdita dell’indennità connessa alla funzione di Ispettore.

Il provvedimento di sequestro è stato convalidato dal gip Annalisa Tesoriere per quasi 96 mila euro, cioè tra quanto effettivamente percepito dal dipendente in qualità di ispettore di vigilanza dal 1 gennaio 2018 e quanto gli sarebbe spettato con il contratto part-time.

Sono stati alcuni familiari a fornire i documenti e prove della presunta truffa e del lavoro in nero che avrebbe svolto l’impiegato con lo studio legale. Un’attività che sarebbe andata avanti per anni nel pomeriggio e a volte fino a tarda notte. I finanzieri hanno recuperato i file che erano conservati in casa dall’impiegato in un computer.

Il direttore dell’Inps: “Attività incompatibile”

Lo stesso direttore dell’Inps Saverio Giunta avrebbe confermato che il dipendente “era tenuto a richiedere l’autorizzazione alla direzione regionale per l’eventuale svolgimento di altra attività lavorativa”, ma anche che “gli ispettori di vigilanza Inps sono legati da un rapporto di esclusività con l’ente, incompatibile con lo svolgimento di altra attività lavorativa”.

Lannino avrebbe potuto eventualmente chiedere di accedere ad un ruolo amministrativo, cosa che gli avrebbe consentito di passare al part time e di svolgere anche l’altro lavoro. Questo però avrebbe anche comportato il dimezzamento dello stipendio, l’impossibilità di ottenere una specifica indennità concessa agli ispettori di vigilanza di 414,94 euro al mese, oltre agli straordinari per le missioni. La somma sequestrata equivale proprio a quella eccedente rispetto al caso in cui l’indagato avesse optato per questa possibilità di dichiarare il lavoro nello studio legale, passando ad una mansione amministrativa in part time.

La convalida del gip

l gip ha convalidato il sequestro perché “gli elementi indiziari inducono a ritenere che il silenzio dolosamente serbato dall’indagato circa la sussistenza di una causa di incompatibilità, rappresentata dalla collaborazione professionale con lo studio legale integri gli artifici ed i raggiri volti a trarre in inganno l’Inps e a lucrare profitti connessi alla corresponsione di emolumenti percepiti indebitamente, integrandosi sotto il profilo oggettivo e soggettivo il delitto di truffa aggravata ai danni di un ente pubblico”.

“L’odierna attività testimonia la costante attenzione ed il perdurante impegno profuso dalla Guardia di Finanza, – dicono i baschi verdi . nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, nel contrasto ad ogni forma di reato contro la Pubblica Amministrazione”.

 

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