Hanno realizzato un complesso zootecnico con tanto di mattatoio a Polizzi Generosa (Pa) secondo le indagini della Guardia di finanza frodando l’unione europea.
I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un provvedimento con cui il gip di Termini Imerese, su richiesta della Procura Europea con sede di Palermo, ha disposto nei confronti di 6 persone e di una società di capitali il sequestro preventivo di somme e beni per 7,2 milioni di euro. I reati contestati sono a vario titolo, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Gli indagati dalla Guardia di Finanza
Gli indagati dalla guardia di finanza di Palermo nella presunta truffa all’unione europea per la realizzazione del centro zootecnico a Polizzi Generosa sono Santi Giaconia, 30 anni di Geraci Siculo (Pa), rappresentante legale dell’azienda dell’Agricola Puccia srl indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false; Bartolo Giaconia, 58 anni, di Geraci Siculo (Pa), rappresentante legale pro-tempore dell’Agricola Puccia srl dal 2013 al 2015, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; Carlo Giaconia 56 anni, di Geraci Siculo (Pa), rappresentante legale della Geraci Costruzioni srl, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche; Gioacchino Arena, 71 anni di Aci Catena (Ct), rappresentante legale della Cogemat srl, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false; Santo Amato, 60 anni di Geraci Siculo (Pa) rappresentante legale pro-tempore Soc. Coop. La Concordia dal 2011 al 2018, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione di fatture false e Giuseppe Angilello, 48 anni di Gangi (PA) tecnico incaricato della direzione dei lavori dalla Agricola Puccia Srl, indagato per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Le società coinvolte
Le società coinvolte sono la Agricola Puccia Srl, di Geraci Siculo (Pa), che si occupa del settore delle “coltivazioni agricole e allevamento di animali”; Società Cooperativa La Concordia, di Geraci Siculo (Pa), che si occupa di “lavorazione delle pietre e del marmo” (fornitore della Agricola Puccia Srl); Cogemat Srl di Camporotondo Etneo (Ct), che si occupa “fabbricazione di macchine industriali” (fornitore della Agricola Puccia Srl) e la Geraci Costruzioni Srl, di Geraci Siculo (Pa), che opera nel settore “costruzione di edifici ” (fornitore della Società Cooperativa La Concordia e della Cogemat Srl).
I contributi concessi per la realizzazione del complesso zootecnico
Le indagini condotte dai militari del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo, guidati dal colonnello Gianluca Angelini, hanno riguardato i contributi a fondo perduto, di origine europea e nazionale, per circa 5,5 milioni di euro, concessi a una società dalla Regione Siciliana nell’ambito Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013.
Secondo quanto ricostruito nelle indagini gli indagati avrebbero realizzato un meccanismo con il quale avrebbero gonfiato le spese oggetto dei contributi pubblici una falsa attestazione sulla data di conclusione dei relativi programmi di investimento. Il costo dei beni rendicontati alla Regione sarebbero aumentati con un giro di fatture emesse da diverse società distinte tra loro, ma di fatto riconducibili a un unico gruppo imprenditoriale.
Si tratterebbe di “passaggi” solamente cartolari tra più società riconducibili agli indagati, in modo tale da fare aumentare artificiosamente il costo finale dell’investimento documentato alla Regione Siciliana. L’ammontare complessivo delle fatture che si ipotizzano “gonfiate” è di circa 13 milioni di euro. Il sequestro disposto dal gip riguarda l’ammontare complessivo del presunto profitto sia dei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche (5,5 milioni di euro) sia dei reati fiscali contestati (1,7 milioni di euro tra Ires e Iva che si ipotizzano evase).
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