È ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Giglio di Cefalù il turista svizzero di 48 anni che ieri si è buttato in acqua per salvare la figlia di 11 che stava rischiando di annegare in mare. Insieme all’uomo si gettato in mare anche un altro turista e un agente della polizia municipale. Sono stati loro a portare padre e figlia a riva. Le condizioni della figlia non sono gravi anche se è stata trasportata all’ospedale dei Bambini a Palermo. Più serie le condizioni del padre. Non si conoscono ancora le conseguente provocate a causa dell’annegamento. Sono stati i medici del Giglio a stabilizzare l’uomo arrivato in arrestato cardiaco. La prognosi è riservata. La figlia è ricoverata all’ospedale dei Bambini a Palermo.

Turista ferito in piazza Sant’Oliva

Un turista americano dopo aver cenato in un ristorante in centro a Palermo è caduto a causa di una buca e si è provocato una ferita al volto. L’anziano originario del New Jersey, dopo essere uscito del ristorante “Casa Macè”, è inciampato a causa del marciapiede dissestato dalle radici di un albero in piazza Sant’Oliva. Ha subito la frattura di uno zigomo e in attesa dell’arrivo dei soccorritori del 118 ha perso molto sangue, tanto da allarmare la gente intorno a lui. Residenti e ristoratori hanno presentato istanze, mandato mail e foto per segnalare la situazione di estremo disagio che si vive nella piazza.

Turista tedesco salvato al Policlinico

Un intervento di elevata complessità di Chirurgia Vertebrale, della durata complessiva di 15 ore, eseguito presso l’unità di Neurochirurgia del Policlinico di Palermo, diretta dal professore Domenico Gerardo Iacopino, ha salvato un turista tedesco di 73 anni dalla tetraplegia.
In seguito ad una banale caduta durante la sua vacanza a Palermo, il paziente aveva riportato una severa e grave frattura della settima vertebra cervicale con disallineamento della colonna vertebrale cervico-dorsale. L’uomo, nell’immediato, non aveva accusato sintomi neurologici, ma era costretto alla totale immobilità poiché anche un minimo movimento del collo avrebbe potuto comportare un severo danno neurologico, quale la tetraplegia.