Nel cimitero dei Benedettini di san Martino delle Scale una banda si era impossessata della gestione subentrando abusivamente ai monaci. Dalle attività investigative svolte dai Carabinieri è stato possibile accertare, secondo l’accusa,  l’esistenza di un sistema criminale di gestione dei servizi cimiteriali ad esclusivo fine di lucro con un modus procedendi, stabile e radicato che si sviluppava attraverso una serie di pratiche illecite e , in alcuni casi, veramente orrorifiche. Alla banda vengonoc ontestate ben dodici condotte illecite:

 

1) Predisposizione della pratica di sepoltura attraverso la creazione di contratti di acquisto, cessione o rinnovo della concessione dei loculi e delle tombe gentilizie, all’occorrenza falsificati, ed in ogni caso conclusi senza titolo da un falso procuratore, privo di qualsiasi potere di rappresentanza dell’ente ecclesiastico proprietario;

2) La falsificazione di atti pubblici e certificati amministrativi;


3) L’individuazione di tombe e loculi occupati da salme da potere spostare senza correre il rischio che parenti e prossimi congiunti ne rivendicassero la titolarità;

4) Disattivazione del servizio di Video-sorveglianza installato dal parroco pro tempore prima di effettuare qualsiasi intervento, in modo da eludere qualsiasi forma di eventuale registrazione o semplice monitoraggio di attività criminose;

5) Materiale violazione delle tombe, sepolcri e loculi già occupati al fine di liberarli svuotandoli del tutto o ampliandone la capienza mediante nuove costruzioni completamente abusive per fare spazio a nuove salme;

6) Sistematica attività illecita di estumulazione occultamento e soppressione e distruzione di cadavere e di bare con salme ancora al loro interno, in totale violazione della normativa vigente, in assenza delle necessarie autorizzazioni amministrative e senza la partecipazione del coordinatore sanitario;

7) Spostamenti non autorizzati in altri loculi, attraverso l’occultamento di bare rimosse dalle loro legittime sedi per trasportarle sempre all’interno del cimitero in altri loculi o in luoghi non visibili ai visitatori del cimitero;

8) Smaltimento illecito dei rifiuti cimiteriali e di resti umani decomposti ( parti di scheletro) che invece di essere posti all’interno di uno specifico ossario ( assente per altro nel cimitero di San Martino delle Scale) vengono letteralmente gettati in intercapedini ricavate con costruzioni abusive per poi essere coperte da materiale cementizio al fine di non lasciarne traccia;

9) Richiesta e percezione indebita delle somme di danaro versate per l’acquisto e il rinnovo di dei diritti sui loculi e sulle tombe, sotto forma di donazioni volontarie trattenute in assenza di qualsiasi titolo giuridico regolativo dei rapporti con l’abbazia;

10) Truffa ai danni dei prossimi congiunti dei “cari estinti” ivi sepolti inducendoli in errore sul corretto funzionamento del sistema di “Luci Votive”, fraudolentemente modificato con un temporizzatore per lucrare sulla differenza della somma incassata dai ratei annuali per il predetto servizio e la minor somma effettivamente versata all’ENEL quale costo per il predetto servizio di fornitura di energia elettrica;

11) Minacce esplicite nei confronti di chi si recasse presso il cimitero chiedendo informazioni e rassicurazioni circa gli effettivi luoghi di sepoltura dei propri cari estinti;

12) Minacce di fare perdere la disponibilità di alcuni loculi trasferendo le salme altrove in mancanza del pagamento del denaro per il rinnovo delle concessioni che stabiliva lo stesso M. sine titulo e senza alcun parametro, di natura contrattuale o regolamentare di riferimento;

In particolare, durante le indagini, è emerso che sono state moltissime le persone che, non trovando una sistemazione per i propri cari estinti -soprattutto nei cimiteri palermitani che vivono uno stato di emergenza continua – si sono rivolti a loro per un posto all’interno del camposanto di San Martino delle Scale (che è saturo da più di 20 anni).

A fronte di un pagamento di 5.000,00 circa e potendo far leva sullo stato di necessità di quelle famiglie, disposte a pagare cifre consistenti pur di garantire una degna sepoltura ai propri defunti, veniva sempre assicurata un’immissione nelle varie sepolture, dopo aver ricavato nuovi spazi attraverso numerose e sistematiche violazioni di sepolcro, prodromiche a estumulazioni del tutto illegittime.