Sono stati celebrati oggi nella chiesa di San Giovanni Bosco a Bagheria in via Dante Alighieri, i funerali di Teresa Spanò, l’insegnante uccisa dalla figlia, reo confessa, la notte tra il primo e il due gennaio.

La celebrazione è stata officiata dal parroco Francesco Galioto, da padre Francesco Michele Stabile e da padre Cosimo Scordato. L’insegnante uccisa per anni  ha svolto attività di volontariato nel centro San Saverio nel quartiere di Ballarò di Palermo. Alla cerimonia erano presenti oltre ai fratelli e la sorella anche i colleghi, il sindaco di Bagheria Filippo Tripoli, il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto, il dirigente della scuola di Casteldaccia dove insegnava la donna Giuseppe Carlino.

Ad accogliere la bara un cuore di petali rossi davanti la chiesa, due rose rosse incrociate. Un lungo applauso ha accompagnato l’entrata e l‘uscita della bara. Alcuni insegnanti colleghi della vittima hanno detto di “non sapere nulla di questi litigi con la figlia, lei viveva per questa ragazza, mai potevamo Immaginare una cosa del genere”.

A Bagheria e Casteldaccia è stato proclamato il lutto cittadino. Nel corso dell’omelia i sacerdoti hanno ricordato la forza e la gioia di vivere della donna. “Era un’educatrice che aveva tanto entusiasmo e metteva amore in quello che faceva. Quell’insegnante ha subito un enorme torto. Con gli adolescenti riusciva a legare a farli parlare a sorreggerli nel loro cammino non sempre semplice. Aveva una gioia di vivere, sempre pronta al sorriso. Era una donna eccezionale. Sarà una grande perdita per tutti quelli che l’hanno conosciuta”.

Cosa è accaduto

Ad indagare la squadra mobile coordinata dalla procura dei minorenni. Si sta provando anzitutto a capire cosa davvero sia successo quella tragica notte in cui la 17enne ha stretto le mani intorno al collo della madre, Teresa Spanò, sino ad ucciderla. Cosa abbia provocato la scintilla della follia in un contesto familiare apparentemente tranquillo. Sicuramente non degradato, non ai margini della società. La vittima era insegnante, la 17enne frequentava il liceo classico “Scaduto” con buoni risultati. Anche i familiari più stretti sono di un ceto sociale benestante e istruito. Ecco perchè il disagio interiore della figlia potrebbe avere delle spiegazioni.

I motivi

Al momento restano un mistero i reali motivi che hanno spinto la 17enne a compiere quel gesto. La ragazza si trova all’istituto minorile di Caltanissetta, proprio oggi si terrà l’interrogatorio di garanzia a Palermo. Il Gip proverà a capire quale possa essere stato il movente di tanto odio sino a spingere la ragazza ad uccidere. Ovviamente dipenderà tutto dalle intenzioni dell’indagata, se vorrà rispondere o meno alle domande. La certezza è che alcuni testimoni nella notte in cui si è consumato il delitto hanno sentito delle urla tra madre e figlia. Si è quindi consumato un litigio, ma appare troppo poco per spiegare lo strangolamento. Potrebbe quindi trovare conferma il contesto del disagio della figlia della vittima, sfociato nell’orribile omicidio.

Il tentativo di inscenare il suicidio

La ragazza, dopo aver tentato di inscenare il suicidio della madre, è crollata durante l’interrogatorio della procuratrice per i minori di Palermo Claudia Caramanna. Ha quindi confessato in lacrime il delitto. Agli inquirenti ha detto di aver stretto le mani al collo della mamma fino ad ucciderla ma non ha mostrato pentimento per il delitto. Poi è rimasta accanto al corpo senza vita per almeno quattro ore prima di chiamare i soccorsi.

 

 

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