“Passage to Mediterranean” è il nome, evocativo, del giardino dinamico che è stato allestito in piazza del Parlamento. Si tratta della prima tranche di un progetto , che sarà poi ampliato; l’installazione resterà almeno per un anno. L’iniziativa, realizzata dalla Fondazione Federico II in collaborazione con la Fondazione Radicepura, rientra nell’ambito della manifestazione Radicepura garden festival, la biennale del giardino mediterraneo. Presenti all’inaugurazione il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, il direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso, il vicepresidente di Radicepura Mario Faro.

L’installazione, oltre che a ragioni estetiche, valorizza piazza del Parlamento soffocata dal cemento, risponde a motivazioni simboliche e culturali. Il ponte centrale vuole essere un’allegoria del ponte virtuale che da sempre ha unito le due sponde del Mediterraneo; è anche simbolo del ciclo vitale, del rigenerarsi della natura. Parte con un’ampiezza di luce laterale maggiore, le barre si chiudono al centro dove campeggia un cipresso, poi ricominciano ad aprirsi; metafora di quel Mediterraneo in cui si nasce e si muore; in cui, da sempre, ci si combatte e ci si incontra.

Le piante sono inserite all’interno di una struttura a forma di stella ad otto punte, emblema del giardino federiciano. Riempiono lo spazio interno circa 50 varietà di piante della macchia mediterranea.

“Un’installazione – ha spiegato Patrizia Monterosso – con una tale connotazione amplifica all’esterno quello che il Palazzo è da sempre: incontro e dialogo, sincretismo fra le culture; come lo vollero i suoi fondatori, i sovrani normanni, Federico II,  e come è rimasto nei secoli. Ci troviamo in un luogo che dimostra al mondo che dove c’è collegamento domina la vita, altrimenti subentra la morte”.

“Ho sempre guardato – ha detto Miccichè – a piazza del Parlamento e a questo asfalto pensando a quanto fosse necessario e doveroso nei confronti della storia del Palazzo e di tutto quel che rappresentava riportare la natura. Oggi, ci siamo riusciti grazie alla bravura di Patrizia Monterosso che ho il merito di avere scelto”. Poi il presidente dell’Ars non ha risparmiato la solita stilettata alla Lega, vincitrice morale delle elezioni europee: “Ci odiano , i siciliani non lo capiscono. Ci gabbano, sono troppo lontani dalla nostra sensibilità e dal nostro sentire. Hanno subito fatto un “regalino” a Favignana. Oggi abbiamo realizzato tutto questo grazie alle energie di siciliani purosangue, se ci fossero stati i leghisti sarebbe già crollato tutto”.

Ad amplificare il messaggio di sincretismo e unione nel bacino del mediterraneo, il fatto che la botanica possiede una sua koinè, un linguaggio universale che è il latino.

“E’ un messaggio di pace – ha detto Faro – quello che abbiamo voluto lanciare. Il nome scientifico delle piante è indicato in ogni paese del mondo in latino, una lingua internazionale per le piante, una delle poche nomenclature universali. Piante che si trovano qui, in Sicilia, le ritroviamo identiche e con lo stesso nome in Libia o in Tunisia. Un simbolo di dialogo e intesa creato già dalla natura”.

A margine dell’evento, nel cortile di Palazzo reale, si può ammirare un’esposizione di moto d’epoca, curata da Mario Auci, presidente dell’Associazione siciliana motoveicoli storici.

Articoli correlati