l'intervista

“Un nuovo partito per uscire dalla politica incapace”, nasce ‘Verso la Costituente’ di Salvo Fleres

Una via per rendere possibile il cambiamento, riconoscere con consapevolezza le esigenze dei siciliani e saperle rappresentare nelle sedi opportune. Una sfida non certo facile per la Sicilia, che oggi appare quasi arresa di fronte alle proprie difficoltà e limitazioni, derivanti da anni e anni di politiche inadeguate.

Ma cambiare si può e si deve. Ne è fermamente convinto Salvo Fleres, ex deputato di Forza Italia, vicepresidente dell’Ars, reduce da esperienze politiche centriste, nonché ex Garante dei detenuti della Sicilia.

È proprio Fleres a chiamare a raccolta i siciliani che vorranno impegnarsi per promuovere la nascita di un nuovo soggetto politico, il cui nome provvisorio è ‘Verso la Costituente’. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con lui per capirne di più.

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Cos’è Verso la Costituente?
È un movimento che si rifà agli ideali della Sicilia e che punta esclusivamente ad una classe dirigente che risponda ad un partito siciliano. Negli ultimi anni la nostra classe politica ha risposto esclusivamente a logiche di carattere nazionale che nel tempo hanno soddisfatto interessi non conformi alle aspettative della Sicilia.

Nel manifesto di intenti diffuso lei parla di “politica incapace e condizione sonnolenta della Sicilia”. A cosa si riferisce nella fattispecie?
Non tutte le colpe sono degli altri e bisogna uscire dalla logica vittimista alla quale siamo abituati.
Noi sosteniamo con senso della realtà che addossare le colpe solo agli altri non è giusto. Se la burocrazia siciliana non funziona la colpa non è di Roma ma della Regione che ha le competenze burocratiche e amministrative.
Così come se le imprese siciliane non riescono a fare consorzi o reti d’impresa in grado di far fronte a mercati sempre più esigenti, la responsabilità è dei nostri imprenditori che devono capire che bisogna stare insieme.

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Il vostro è un monito dunque a ‘svegliarsi’?
Certamente lo è. Abbiamo il sostegno di molti esponenti del mondo dell’impresa, della cultura e dell’università. I siciliani sono delusi dalle politiche passate ma bisogna guardare al futuro e impegnarsi per uscire dalla condizione di fanalino di coda rispetto a molti indici.

Lei ha parlato spesso di responsabilità, risorse e perequazione quali punti di partenza per un nuovo corso. In che senso?
La responsabilità è quella nostra, come detto prima, e non si deve più giocare a scaricabarile.
Le risorse di cui disponiamo sono molteplici e notevoli, beni materiali e immateriali. Basti pensare alla nostra cultura millenaria, e a tutte le risorse ad esempio minerarie, agricole, archeologiche, artistiche e bibliografiche che dobbiamo senza dubbio valorizzare. Possiamo riuscirci solo facendo sistema e rendendoci attraenti sui mercati, come ad esempio quello turistico.
In merito alla perequazione noi riteniamo che la Sicilia sia stata tradita perché gli interventi straordinari deliberati a favore della nostra Isola avrebbero dovuto avere una funzione compensativa, ed invece si sono fermati ad un ruolo sostitutivo.
Noi vogliamo che si realizzi un piano perequativo, a partire da quello infrastrutturale, che sia uguale a quanto messo in atto in altre regioni d’Italia.

Il 20 ottobre è la data da voi indicata per un appuntamento importante? Cosa succederà?
Per consentire a chi proviene da tutta la Sicilia un punto d’incontro non lontanissimo ci ritroveremo dalle 9,30 all’Hotel Riviera di Pergusa (inizialmente era previsto che l’incontro si svolgesse a Palermo all’istituto Don Orione di via Pacinotti 49). Il nostro motto è “Più siamo e meglio stiamo!”. In quel giorno avverrà formalmente la costituzione del nostro soggetto politico, stabiliremo il nome e lo faremo insieme, con scelte e decisioni prese a tavolino. Ciò che deve essere chiaro a tutti gli aderenti è che noi non siamo il risultato di una scissione ma vogliamo essere il frutto di una aggregazione.

Cosa pensa in generale della situazione politica di oggi?
La mia riflessione è che stiamo andando lontano da scelte di buon senso che tengano conto degli interessi del Paese. O meglio, oggi a decidere è esclusivamente chi sta facendo il gioco di quello che io chiamo ‘il paese virtuale’ che è cosa ben diversa da quello reale.

In definitiva, questo nuovo movimento che promuove, si avvicina più alla destra o alla sinistra?
Noi siamo lontani dagli schemi ideologici e politici tradizionali. A chi mi chiede se siamo di destra o sinistra, io rispondo che siamo ‘di sopra’.
Vogliamo aggregare amici e siciliani solo sulla base di un autentico progetto di rinascita della Sicilia.

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