Si è svolto a Palermo un incontro presso l’Eco Museo del Mare per affrontare la tematica di recupero del fiume Oreto e per ipotizzare la creazione del Parco dell’Oreto, che darebbe certamente nuova vita ad un’area purtroppo completamente abbandonata, ma ricca in flora e fauna uniche nel territorio. In sostanza, un “pezzo di paradiso” che ha sempre visto il disinteresse delle istituzioni. E non solo. Ad accendere i riflettori sull’annosa questione un documentarista e speleologo palermitano. Si tratta di Igor D’India che ha realizzato un reportage filmando le attuali condizioni in cui versa il fiume. Il video ha riscontrato grande interesse in Rete ed è stato diffuso dai media per scuotere le coscienze.
La questione ‘Oreto’ non è nuova. Da decenni è stata sempre oggetto di scontro e confronto. Ma solo chiacchiere, nessun atto concreto. Adesso, grazie a questo reportage, si è riacceso il dibattito. Primo obiettivo, un piano di azioni affinché il fiume Oreto passi dall’essere una discarica a cielo aperto a un luogo-patrimonio dell’intera città e dei cittadini.
All’incontro, tra gli altri, hanno partecipato lo stesso D’India e alcune associazioni culturali e ambientali palermitane, che hanno scelto di esser parte attiva del progetto, e rappresentanti delle istituzioni comunali e regionali. Il WWF Sicilia Nord-Occidentale, MuovitiPalermo, UpPalermo, il Comitato per il recupero della Costa Sud e l’impresa culturale CLAC (Centro Laboratorio Arti Contemporanee), hanno presentato alcune iniziative per ridare vita al fiume. Ad animare il dibattito anche il consigliere comunale Paolo Caracausi, l’assessore comunale all’Ambiente, Sergio Marino, Edy Tamajo (Commissione Ambiente Territorio), l’assessore regionale all’Ambiente, Totò Cordaro, e altri rappresentanti di diversi dipartimenti dell’amministrazione comunale. Assenti “ingiustificati” i sindaci di Monreale e di Altofonte, invitati al confronto perché fondamentali per la risoluzione della criticità relativa agli sversamenti fognari incontrollati nel fiume e diretti interessati alla problematica visto che il fiume Oreto passa anche attraverso i territori dei due Comuni. Insomma, si è fatto il primo passo. Un incontro arricchito senza dubbio anche dalla partecipazione dei rappresentanti delle giovani associazioni palermitane che non possono che dare un contributo attivo e nuovi punti di vista alla spinosa questione, sperando che questa unione di forze faccia sì che al fiume Oreto possa essere finalmente data nuova vita. Ma non solo, auspicandosi anche che l’Oreto possa entrare nei cuori dei palermitani, che pian piano si stanno culturalmente, e non solo, riappropriando degli spazi della loro città, del loro mare e si spera presto anche del loro fiume.
Carlalberto Mineo
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