Solo 85. Tante sono le donne elette al Parlamento siciliano da quando è nato nel 1947. 85 donne elette su 1580 parlamentari eletti. Il conto è fatto in base al numero di eletti e di elezioni senza considerare le riconferme. E’ un dato sconcertante quello che emerge dal volume “Le donne siciliane al parlamento nazionale e regionale” che vede la luce oggi nel giorno dedicato alle donne.

Il contesto

Oggi più che mai le donne sognano una democrazia inclusiva, ma ancora il divario rispetto agli uomini è più che tangibile. Ecco come nasce il volume presentato in occasione della giornata internazionale della Donna presso l’oratorio Sant’Elena e Costantino, è una memoria storica sul ruolo della figura femminile nelle istituzioni democratiche italiane. E’ attraverso numeri e schede biografiche che viene tracciato il lungo percorso di emancipazione: scritto a più mani, alla presentazione ha preso parte la deputata regionale e componente della commissione regionale Antimafia Marianna Caronia, autrice della prefazione, insieme alle deputate Valentina Chinnici e Roberta Schillaci, e ad altri parlamentari citati sul volume. Insieme puntano ad evidenziare un dato che deve portare ad una riflessione ancora più profonda.

Il cammino della rappresentanza femminile

“Il giorno che donne si presero la storia” è una data simbolo per la democrazia italiana. Parte dal 2 giugno  1946 la cronistoria della rappresentanza bilanciata nelle istituzioni: le donne per la prima volta hanno potuto votare ed essere elette. In quell’occasione, 21 di loro (su un totale di 556) entrarono nell’Assemblea Costituente, contribuendo alla stesura della Costituzione e introducendo i principi di uguaglianza e parità.

La presenta femminile nelle istituzioni, tuttavia, è cresciuta con estrema lentezza. Ancora oggi, i numeri della rappresentanza politica mostrano un gap tra uomini e donne, evidenziando come il cammino verso una democrazia pienamente inclusiva sia tutt’altro che concluso.

Il libro percorre i diversi step che hanno portato ad un inserimento della donna in una società sempre meno equilibrata: dalla riforma del diritto di famiglia, all’approvazione del divorzio, dalla tutela della maternità alla lotta contro la violenza di genere.

“Le pari opportunità rappresentano ancora oggi una sfida concreta per le donne, che spesso devono affrontare maggiori difficoltà nell’accedere a determinate attività e nel conciliare i propri impegni – ha dichiarato Caronia – E’ necessario adottare normative che incentivino una reale equità, perché, oggettivamente partiamo da un condizione di svantaggio. ”

Un percorso ancora incompleto

Nonostante i progressi, la presenza femminile nelle istituzioni resta minoritaria. Nelle ultime legislature si è addirittura registrato un arretramento in alcuni ambiti, segnale che le conquiste ottenute non sono mai definitive e che il rischio di regressione è sempre presente.

Questa sottorappresentazione politica è il riflesso di problematiche più ampie: discriminazione salariale, difficoltà di accesso alle cariche pubbliche, persistenti stereotipi di genere e il drammatico fenomeno del femminicidio. Tutti elementi che evidenziano come la parità, sancita dalla Costituzione, sia ancora lontana dall’essere pienamente realizzata.

Raggiungere una vera uguaglianza richiede un impegno costante e condiviso. Le misure legislative, come le quote di genere, hanno rappresentato un passo avanti, ma non bastano se non accompagnate da un cambiamento culturale profondo. Questo percorso di inclusione non riguarda solo le donne, ma l’intera società: una democrazia che esclude o marginalizza metà della popolazione non può dirsi realmente compiuta.

“ Il mio obiettivo è trasmettere un senso di compattezza e unità, affinché la rappresentanza femminile nelle istituzioni, come in Parlamento, possa farsi portavoce di queste esigenze e contribuire ad un cambiamento concreto”.