Una Holding per mettere a frutto i beni sottratti alle mafie e poter contare su di un ente tra i più grossi ed importanti d’Italia per fare fronte non solo all’emergenza Coronavirus ma anche al grosso problema della gestione dei beni della criminalità organizzata sottratti dallo Stato. L’ambizioso progetto è stato redatto dall’Osservatorio permanente sulla Sicurezza dell’Eurispes su proposta del presidente dell’Istituto, Gian Maria Fara.
L’idea è di far fruttare la gestione dei beni confiscati che, ad oggi, rappresentano un carrozzone per la loro spesso difficile gestione. Come? creando una holding apposita che diverrebbe uno degli istituti per la ricostruzione più grossi mai esistiti nel Paese. L’ideo progettuale è già stata presentata alla politica e si spesa adesso che ne faccio buob uso.
Il contrasto della criminalità organizzata sul piano patrimoniale, sulla scia del pensiero di Giovanni Falcone, resta per l’Eurispes una scelta strategica di grande intelligenza. La confisca dei beni, infatti, è un prezioso strumento di cui si è dotato lo Stato italiano per far sì che le organizzazioni criminali, Cosa nostra in primis, non possano rigenerarsi. L’obbiettivo dei sequestri è il blocco del ricambio generazionale del capitale umano della mafie.
Se gli obbiettivi della mafia è fare profitti, perchè lo Stato non deve farlo attraverso la gestione dei beni confiscati? È questo che si chiede l’Eurispes che ha stilato il piano per la creazione di una holding e che ricorda come la Corte costituzionale abbia già sottolineato il fatto che “il benessere generato dai beni illeciti non deve essere perso dalla comunità”.
Il presidente dell’Eurispes Gian Maria Fara ha proposto di rivedere le politiche di gestione ed utilizzazione dei beni confiscati sostenendo che “l’enorme patrimonio accumulato con le confische dei beni della criminalità organizzata e delle mafie deve essere messo a frutto e gestito con criteri manageriali, come si farebbe con un’azienda o un insieme di aziende, facenti capo ad un unico soggetto finanziario”. Insomma, una vera e propria holding che avrebbe un capitale enorme. Secondo l’Eurispes anzi sarebbe in assoluto il soggetto con la più alta concentrazione di capitale in Italia.
Il modello proposto prevede la fondazione di una Holding articolata per settori di competenza affidati a manager di comprovata esperienza. I proventi potrebbero essere utilizzati come risorse strategiche per uscire dalla crisi e rilanciare la nostra economia. Una strategia che “metterebbe d’accordo anche i due orientamenti di pensiero che si fronteggiano da anni sul tema della vendita dei beni confiscati, polarizzandosi tra chi preferisce monetizzare il valore dei beni sequestrati e confiscati con finalità meramente contabili e chi, invece, destina a fini sociali i beni sequestrati e confiscati anche allo scopo di fornire alla collettività un segnale di virtù civica”.
Pasquale Preziosa, presidente dell’Osservatorio permanente Eurispes sulla Sicurezza, è convinto che “destinare il patrimonio confiscato a finalità sociali attraverso un’opzione metodologica più moderna e rispondente alle esigenze economiche del Paese, senza snaturare la finalità sottesa alla destinazione del bene alla società, rifletterebbe l’impostazione che intende valorizzare le potenzialità dell’istituto dell’asset recovery quale strumento di riscatto morale da una parte e l’avvertita necessità di un concreto sviluppo economico legato al riutilizzo dei beni confiscati”. In ultimo le risorse generate da questa gestione imprenditoriale e manageriale dell’enorme capitale disponibile potrebbero essere utilizzate, nelle diverse forme possibili, nella lotta alle mafie stesse.
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