Piena applicazione dello Statuto Autonomistico siciliano nella parte riguardante le imposte. Anche quest’anno UniCredit, il grande gruppo bancario all’interno del quale sono confluite anche le due banche storiche siciliane ovvero Sicilcassa e Banco di Sicilia, ha versato nelle casse della Regione una parte delle imposte dovute all’erario.
Quasi 102 milioni e mezzo, il 25% in più dell’anno precedente
Si tratta, per il 2025, di 102,4 milioni di euro, un importo superiore all’anno scorso di circa il 25% per cento. È quella parte di tributi maturati in Sicilia e che spettano quindi all’Isola, come previsto dall’articolo 37 dello Statuto speciale. Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha ricevuto stamattina a Palazzo d’Orléans il responsabile di UniCredit Sicilia, Salvatore Malandrino, che ha ufficializzato l’avvenuto trasferimento della somma.
La soddisfazione del Presidente Schifani
“Anche nel 2025 – dice il presidente Schifani – registriamo un aumento del versamento, quest’anno davvero sostanzioso. È l’ennesimo segnale di un’economia in crescita consolidata, grazie anche alle misure volute dal mio governo, con un aumento del gettito fiscale. Si tratta infatti di imposte che l’azienda, che ha sede fuori dall’Isola, paga alla nostra Regione, per quanto produce in Sicilia, in applicazione dello Statuto autonomistico”.
Schifani riceve il direttore Malandrino
Il presidente ha aggiunto: “È diventata una piacevole consuetudine ricevere dal direttore Malandrino la certificazione del trasferimento di queste somme, siamo ormai all’ottavo anno consecutivo. Non è soltanto un atto formale, ma un chiaro segnale di attenzione che anno dopo anno Unicredit continua a rivolgere al nostro territorio. Un esempio che auspico seguano anche altre realtà imprenditoriali”.
Somme che contribuiscono al bilancio regionale
Si tratta di somme che contribuiscono a formare quel tesoretto che la Regione riesce, ormai ogni anno, ad ottenere in aggiunta alle previsioni di incasso. Anche nel 2025, infatti, il bilancio corrente, ha superato di 7 miliardi (fra entrate e uscite con una parte destinata al ripiano del disallineamento pregresso) le previsioni avanzate nel 2024.






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