Il vaccino anticovid e Palermo, micro inchiesta per scoprire cosa ne pensa la città

  • I palermitani sono favorevoli al vaccino anti covid, ma preferiscono che prima lo facciano gli altri
  • L’argomento principale è: il vaccino prima va fatto alle categorie a rischio
  • C’è anche chi ha paura degli effetti collaterali e vuole aspettare qualche mese prima di vaccinarsi
  • Caso a parte i tassisti: “ci devono considerare una categoria a rischio”
  • I giovani mostrano un grande senso di responsabilità: niente assembramenti per le feste e ok al vaccino

I palermitani hanno le idee chiare sul vaccino anticovid. Va fatto, in pochissimi mostrano dubbi.  I negazionisti sono scomparsi o forse non hanno voglia di raccontare la loro tesi davanti a un microfono. Ma non è tutto così semplice. Sono in molti  a voler vedere l’effetto che fa sugli altri prima di vaccinarsi. Insomma, per dirla con una battuta, c’è chi punta all’immunità di gregge o vaccinale, ma sulla pelle e con i vaccini degli altri.

I palermitani, però, mostrano grande attenzione alle misure anti contagio introdotte per queste feste natalizie. Quasi nessuno ha dubbi sul fatto che il vaccino sia la strada maestra per sconfiggere  la pandemia che ha messo in ginocchio l’intero pianeta.  Per scoprire il sentiment “virale” alla vigilia di Natale, siamo andati in giro a raccogliere il pensiero dei nostri concittadini. La carrellata non ha ovviamente un valore statistico. Ma dipinge in maniera netta quel che si sente in città. Il nostro viaggio comincia incontrando Bartolomeo Usticano, da oltre venti anni lavora come artista di strada. La sua postazione è di fronte a Piazza Massimo. Dopo aver intonato le note di Bob Marley, Bartolomeo concede una breve intervista. Lui farà il vaccino. Deve farlo, poiché una malattia delicata – Bartolomeo soffre di diabete – lo iscrive nelle categorie a rischio. Il nostro piccolo focus prosegue con dichiarazioni nette: “prima di fare il vaccino voglio vedere l’effetto che fa sulle categorie a rischio, quelle che saranno vaccinate per prima”, ci spiega un signore alto e robusto. Alla fine del suo intervento lancia lo strale negazionista, sostenendo  di non fidarsi tanto della pratica dei vaccini perché “ i figli di alcuni miei amici sono diventati autistici dopo averli fatti”. Si riferisce, ovviamente, alle procedure obbligatorie per i bambini più piccoli. Insomma, vaccini sì, ma prima fateli voi. C’è anche chi offre una sua particolare teoria. “Non serviranno a niente, perché non ci potremo vaccinare tutti e in ogni caso questa pandemia prima o poi dovrà passare. Pensare positivo e andare avanti, ma senza vaccinazione” è il dogma di una signora risoluta che spazza via tutte le nostre certezze.

Un appello arriva anche dai tassisti palermitani: chiedono di essere inseriti nella categorie a rischio per essere tra i primi a ricevere il vaccino anticovid. “Siamo a contatto con gente che arriva da tutte le parti del mondo”, spiegano per motivare la loro richiesta.

Abbiamo anche scoperto l’effetto della parola vaccino pronunciata in inglese. Risultato ottenuto parlando con un ragazzo bengalese che non spiccica una parola di italiano. Alla domanda “do you want vaccine against covid?” è letteralmente scappato via, tornando al suo lavoro. Lava i vetri delle macchine ferme in attesa del semaforo. A lui, più di tutti, l’augurio di un buon anno nuovo che gli porti un po’ di fortuna e un lavoro vero.

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