Criminalità travestita da tradizione: non ci sono altre parole per descrivere quanto avvenuto in diversi quartieri popolari di Palermo. Come al solito, la notte del 19 marzo è stata contraddistinta dalle cosiddette vampe di San Giuseppe, ovvero delle enormi cataste di legno e rifiuti ingombranti ammassate in un posto e date alle fiamme. Fatto che ha provocato delle enormi colonne di fumo che si sono diffuse fra i palazzi limitrofi. Episodi di criminalità a cui non si riesce a porre un freno, nonostante l’opera di prevenzione messa in campo da Rap e dalle forze dell’ordine. Anzi, quest’ultime sono costrette perfino a fronteggiare lanci di sassi e altri episodi di vandalismo e teppismo.

Sassaiola allo Zen

Ne è un esempio quanto avvenuto ieri sera in via Fausto Coppi, nel quartiere Zen. A pochi metri da uno spazio riqualificato attraverso un progetto di Renzo Piano infatti, un gruppo di persone non solo ha creato un enorme vampa di San Giuseppe che ha finito per bruciare perfino i rifiuti circostanti, ma ha anche attaccato il personale della polizia di stato e dei carabinieri, intenti a proteggere il personale che stava spegnendo il rogo. In un video ripreso da un residente della zona, si vedono infatti una decine di persone lanciare di tutto verso le forze dell’ordine. Il tutto mentre le fiamme continuavano a bruciare tutto il materiale infiammabili presente sul posto.

Notte di paura a Medaglie d’Oro

Episodi registrati, purtroppo, in diverse aree periferiche della città. Se la sono vista brutta ad esempio i residenti di via Alberto Verdinois, nel quartiere Medaglie d’Oro. Qui infatti è stato appiccato un incendio di grosse proporzioni ad un enorme catasta di ingombranti. I presenti però hanno fatto ricorso anche ad episodi di vandalismo, danneggiando e bruciando perfino alcuni contenitori e il relativo contenuto presenti sul posto. Le fiamme, alte diversi metri, hanno sfiorato alcuni alberi posti nelle vicinanze, rischiando di provocare un incendio di ben più vaste proporzioni.

Vampa di San Giuseppe sulla spiaggia dell’Arenella

Un rito vestigale, diventato tradizione nei quartieri popolari di Palermo, legato non tanto alle celebrazioni di San Giuseppe, bensì all’inizio della primavera. “Bruciare il vecchio in segno di augurio”. Ricorrenza però che finisce per essere un danno non solo all’ambiente ma anche ai residenti dei vari quartieri, costretti a respirare il fumo e gli odori non certo gradevoli derivati dalla combustione di queste enormi pile di materiale ingombrante. Come avvenuto in serata sulla spiaggia dell’Arenella, nel cuore della settima circoscrizione del capoluogo siciliano. Luogo prescelto della “tradizione” è stata la spiaggia dell’arenile, protagonista già nei giorni scorsi di episodi simili. Ignoti hanno infatti nuovamente radunato un grosso cumuli di rifiuti ingombranti, in particolare legno, e gli hanno dato fuoco. Altissima la colonna di fumo generata dall’incendio e che si è diffusa nell’aria, invadendo l’intera zona.

I numeri di Rap: 180 cassonetti danneggiati dalle fiamme

Intanto, è già partita la solita ed annuale conta dei danni. Secondo quanto comunicato dall’azienda Rap, “dal monitoraggio effettuato dall’azienda ed aggiornato a mezzogiorno, i cassonetti danneggiati risultano 180. Non appena si raffredda il bruciato la RAP  procederà a ritirarli”. Non è bastata, purtroppo, nemmeno l’attività di prevenzione condotta dall’azienda. “Dall’8 al 18 marzo sono stati riempiti 40 scarrabili. Di questi, soltanto nella giornata del 19 marzo, 9 scarrabbili con oltre 100 tonnellate raccolte  di rifiuti ingombranti. Domenica 20 marzo le squadre hanno già ritirato 6 cassonetti fuori uso della raccolta dei rifiuti  sia da 1100 che da 1700 litri danneggiati nelle vie: Filippo Corazza , piazza San Saverio, via Brancaccio, via Alongi”.

Danni causati dai vandali e che provocano la necessità di sostituire i cassonetti delle seguenti zone. via D’ondes Reggio angolo Corazza, Piazza San Francesco Saverio, Piazza Guadan, via Brancaccio, Rotonda Norman Zarcone, via Del Levriere, via Del Bassotto, via Impastato, via dell’Antilope, via Nicolò Alongi.

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