Si chiude con un bilancio nettamente positivo quello della seconda edizione di ‘Verba Manent’, rassegna di teatro contemporaneo di ricerca al Teatro del Baglio.

Tra gli spettacoli proposti “Digerseltz” di e con Elvira Frosini; “Homologia”, diretto da Alessandra Ventrella, con Rocco Manfredi e Riccardo Reina; “Mari” per la regia di Tino Caspanello, con Cinzia Muscolino e Tino Caspanello; “Sera Biserica” diretto da Giacomo Guarneri e Marcella Vaccarino, con Simona Malato, Chiara Muscato, Rosario Palazzolo e Marcella Vaccarino. Quattro rappresentazioni differenti l’un l’altra, scelte anche in base alle generazioni a cui appartengono i registi.

“Abbiamo voluto prima di tutto capire quale delle due proposte, quella del sabato sera o quella pomeridiana della domenica, era più gradita alle persone – afferma il direttore artistico Valeria Sara Lo Bue -, ma la differenza è stata irrilevante. La risposta del territorio è stata veramente grande e questo nonostante non sia abitato da tantissimi giovani. Interessante, poi, quello che è successo dopo ogni spettacolo. Se n’é continuato a parlare oltre la stessa serata, anche perché gli spunti di riflessione offerti sono stati tanti e diversi. Siamo sicuramente riusciti a fare in modo che il teatro smuovesse qualcosa. Ci tengo, poi, a ringraziare il Cda del teatro, in modo particolare il presidente e Giusianna Vitale per il sostegno, la fiducia e l’autonomia che mi hanno dato, consentendomi di lavorare senza sentirmi da sola”.

Un lavoro che si è alimentato con la sinergia di tanti soggetti, ma che ha osato nella ricerca, portato risultati andati oltre le aspettative e dando ancora più luce e vita a un luogo suggestivo nel quale il teatro si è inserito con un’offerta fuori dal coro.

“Tutto molto bello e positivo – commenta Salvatore La Barbera -. Se la cultura é un bene essenziale come l’acqua, noi siamo la sorgente, la fonte su cui il territorio, la comunità si è venuta a dissetare vivendo emozioni. Purtroppo non sono tanti ad avere questa sete, anche se, rispetto agli anni precedenti, questa volta abbiamo registrato un incremento di spettatori. Ritengo che sia stata una sfida vinta, perché si è riusciti a valorizzare quell’identità che si sente a Villafrati. Gli stessi spettatori ci hanno fatto i complimenti per i temi trattati e le emozioni vissute. La cosa bella è stata scoprire che questo tipo di teatro è stato più apprezzato di quello popolare, più dialettale, che normalmente ha più consensi in quanto fa sorridere maggiormente. Devo dire grazie all’assessorato regionale al Turismo da cui è arrivato un contributo economico, ma anche all’amministrazione comunale che ha messo a disposizione spazio e personale, dandoci modo di rendere un servizio alla comunità attraverso un’offerta che ha prodotto cultura e aggregazione”.

Temi forti, trattati con grande delicatezza e con linguaggi assolutamente originali, peraltro provenienti da quattro città italiane come Roma, Parma, Messina, Palermo, che hanno raccontato il teatro e dal teatro sono stati raccontati al pubblico, catturando un’attenzione che travalica la mera voglia di trascorrere una serata diversa dal solito. Punto di partenza ideale per tornare con una terza edizione ancora più forte e sicura di quello che può piacere anche a chi sia avvicina per la prima a questo mondo.