La Città metropolitana di Palermo, quindi l’ex provincia di Palermo ritorna ad assumere con un concorso che l’Amministrazione promette essere molto rapido. Primo obiettivo, ma non il solo, è il reclutamento a tempo indeterminato e pieno di 36 istruttori amministrativo-contabili.
Per l’Ex Provincia, infatti, spiega il Direttore Generale Nicola Vernuccio, è arrivato il momento del “ rilancio in termini di rafforzamento delle proprie risorse umane che purtroppo in questi anni si sono depauperate. Quindi con questo concorso noi intanto rafforziamo enormemente la parte amministrativa e quindi facciamo un concorso pubblico”.
Si procede anche per altre strade: “nel piano assunzionale abbiamo portato avanti l’assunzione di quasi una sessantina di persone, anche funzionari, ingegneri, geometri. Per evitare i costi onerosi delle procedure per un concorso pubblico, la legge ci permette di poter prendere personale su graduatorie di altri enti”, spiega il direttore generale della Città Metropolitana di Palermo.
La Legge Del Rio aveva cancellato le Provincie ma non le sue funzioni. Così si rischiava di portare al collasso molti servizi alla cittadinanza, primo tra tutti la manutenzione delle strade provinciali. Adesso l’ex Provincia di Palermo – forte della sua stabilità finanziaria – si vuole rilanciare e ricomincia ad assumere. Ai tempi della Legge Del Rio l’ex provincia di Palermo contava su 2500 dipendenti, adesso sono meno di 600. E non bastano per le cose che ci sono da fare. Perciò è stato reputato opportuno bandire un concorso.
Ecco come funziona il concorso
Il concorso, voluto dalla nuova amministrazione guidata dal sindaco metropolitano Roberto Lagalla e dal direttore generale, Nicola Vernuccio, prevede il possesso del diploma quinquennale di istruzione secondaria superiore ed è strutturato su due prove di esame, una prova scritta, basata su quesiti a risposta multipla sulle materie indicate nel bando, ed una successiva prova orale, alla quale saranno ammessi un numero di candidati pari a 5 volte il numero dei posti messi a concorso, nonché i candidati classificatisi ex aequo rispetto all’ultima posizione valida per l’ammissione alla successiva prova selettiva.
Infine, un altro mito da sfatare. Quanto costano alla collettività le ex Province? Direttamente sono a costo zero, perché le città metropolitane non chiedono ai cittadini tasse e balzelli. Il loro bilancio si basa esclusivamente su trasferimenti pubblici.
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