Torna la cara, vecchia, Udc. Almeno così sembrerebbe. Sparita dalle geografia di palazzo dei Normanni dopo lo strappo fra il segretario nazionale Cesa ed il presidente del partito nonché anima siciliana dei ribelli D’Alia, il gruppo Udc si è trasformato nel generico gruppo dei centristi, marcando la differenza, ma continua ad esprimere praticamente tre assessori anche se formalmente due.

Le indiscrezioni autorevoli raccolta da La Sicilia, però, lasciano intravedere un ‘ritorno all’ovile’ di tanti ex Udc per far rinascere il grupopo scudocrociato. Un gruppo che sarebbe a guida lombardiana e autonomista. L’ex presidente della Regione, uscito dall’Udc nel lontano 2005, sarebbe pronto a tornarvi da leader, secondo quanto scive La Sicilia,  grazie ad un ampio confronto a tutto campo con il segretario Cesa.

Una indiscrezione autorevole e credibile visti i tanti rapporti di questi mesi fra Cesa e Lombardo. Vicinanze che darebbero vita ad un nuovo gruppo UDC nel quale confluirebbero Totò Lentini che dall’Udc era partito per seguire Lino Leanza e all’Udc è tornato da qualche tempo rimanendo ora nel gruppo misto. Ma con lui rientrerebbero in casa Udc deputati come Roberto Di Mauro già capogruppo del Mpa e come lo stesso Toti Lombardo figlio dell’ex presidente della Regione, ma anche Dino Fiorenza e Giovanni Greco dal gruppo misto. Sul territorio sarebbe quasi scontato l’impegno di Pippo Sorbello e in trattativa ci sarebberlo anche personaggi come Salvo Giuffrida.

Ma la ricostruzione viene smentita in casa MPA dove si sente, invece, profumo di crescita proprio del consenso autonomista. Insomma un partito nazionale, oggi come oggi, viene vissuto come una palla al piede e non certo come un valore aggiunto dal punto di vista elettorale. Per questo il partito dei siciliani punterebbe non a fondersi nell’udc ma, al contrario, a rilanciare il suo progetto originario.
A confermare questa tesi c’è l’atteggiamento laico dei fedelissimi dell’ex presidente della Regione nei confronti del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre che viene osservato con distacco e quasi disinteresse. Pare infatti che neanche lo stesso Raffaele Lombardo abbia una idea precisa sul voto da conferire alle urne.

Incontri e discussioni fra Cesa e Di Mauro però ci sono stati, e questo sembra essere un fatto innegabile che lo stesso Di Mauro ha raccontato ai suoi amici in queste ore. Da qui a dire che la cosa è fatta, però, ci corre tempo e strada.

Insomma movimenti in corso all’ombra dello scudocrociato conteso (come simbolo) ma non soltanto. Di cambi di casacca, riposizionamenti e alleanze che ritornano da qui a qualche mese ne vedremo delle belle.