Duemilasedici fuga da Ncd e Udc. non è il titolo di un film di fantascienza ma quello che sta accadendo in Sicilia. Un modello che, come spesso avviene, rischia poi di essere esportato al resto del Paese.
I due partiti centristi attualmente alleati con il Pd (quello renziano per Ncd a Roma, quello di Crocetta per l’Udc a Palermo) rischiano di implodere in vista delle elezioni per il sindaco di Palermo, il presidente della Regione ma anche per le nazionali.
Sotto attacco mediatico Ncd a Roma tenta di resistere attraverso le prese di posizione del Ministro Alfano che, nonostante le intercettazioni, nega le raccomandazioni di padre e fratello e si indigna. Ma in realtà la guerra interna a Ncd era già in corso prima degli attacchi mediatici che, casomai, possono essere solo il colpo finale verso la spaccatura che in ogni caso non avverrà prima del referendum sulla riforma costituzionale.
In Sicilia non c’è praticamente più nessuno che voglia restare con il Pd mentre a Roma solo Alfano e Cicchitto pensano a rimanere sotto l’ala protettrice di Renzi che, al contrario, non sembra intenzionato a tenere salda questa alleanza utile ieri, scomoda oggi, forse dannosa domani.
La via d’uscita, se l’Italicum non cambia, potrebbe essere il nuovo partito insieme a Udc, quella Ap già tante volte sbandierata magari con una alleanza a destra ma proprio Alfano, nonostante la cena capitolina con Miccichè, non sembra abbia molta voglia di lasciare i renziani.
Non c’è pace, parimenti, in quell’Udc che litigioso è stato sempre e oggi lo è ancor di più in assenza di leader carismatici. Gelo, ieri a Palermo, tra il presidente Udc Gianpiero D’Alia e il segretario Lorenzo Cesa sulla fase congressuale del partito che vede i due leader su posizioni distanti. Un confronto all’Ars non è servito a superare la fase del commissariamento regionale con il partito nazionale che continua a disconosce la recente elezione da parte del comitato regionale di Adriano Frinchi a segretario in Sicilia.
Secondo D’Alia che ha preso parte alla riunione insieme a Cesa e al commissario regionale Antonio de Poli: “il comitato regionale ha eletto regolarmente un segretario, Adriano Frinchi, questa situazione dovrà essere risolta
dagli organi di garanzia statutaria nazionali”.
I congressi sono già convocati il 23 e 24 luglio nelle 9 province siciliane e il 7 e 8 agosto il congresso regionale. Sullo sfondo dello scontro c’è la volontà di essere determinanti nelle scelte per i candidati a Palermo ma soprattutto a Messina e alla Presidenza della Regione. nella città dello stretto vuole presentarsi il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone come sindaco mentre lo stesso D’Alia non ammette di avere mire alla Presidenza della Regione anche se così è fin dall’elezione di Crocetta.
Di fatto i vertici nazionali di Udc e Ncd vanno in una direzione, gli iscrtti siciliani in quella opposta. Lo spartiacque sarà il referendum di ottobre anche perché subito dopo sarà campagna elettorale vera per il sindaco di Palermo e a seguire per tutte le altre consultazioni. un anno e mezzo di fuoco
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