Prosegue la protesta dei lavoratori e lavoratrici di Covisian e Almaviva. Dopo la manifestazione dei giorni scorsi alla stazione ferroviaria Notarbartolo di Palermo, oggi si sono dati appuntamento in Cattedrale del capoluogo siciliano per protestare contro il comportamento di Ita nella vertenza sui call center.

La compagnia aerea, controllata dallo Stato, la scorsa settimana aveva disertato il tavolo convocato dal governo dando notizia di 150 assunzioni per chiamata diretta.

“Il lavoro non si tocca”

“Il lavoro non si tocca”, è uno degli slogan più urlati, insieme a “Vergogna Vergogna” e insulti al vertice di Ita.

A rischio licenziamento 543 lavoratori

Sono 543 i lavoratori a rischio licenziamento. La vertenza riguarda 221 operatori di Covisian che dal primo maggio sarebbero messi alla porta e 322 di Almaviva in cassa integrazione. Ita Airways ha reagito spiegando che non è stata presente al tavolo ministeriale perché si considera “parte lesa” a seguito della “rottura unilaterale” da parte di Covisian del contratto di fornitura del call center e ritiene responsabile esclusivamente l’azienda “che non ha dato seguito né al contratto sottoscritto con Ita né all’intesa sulla clausola sociale relativa ai dipendenti Almaviva”.

La Regione siciliana da parte sua ha chiesto un “tavolo risolutivo”.

Nei giorni scorsi la protesta alla stazione Nortarbartolo

Nei giorni scorsi una folta rappresentanza di lavoratori si è data appuntamento questa mattina presso la stazione Notarbartolo di Palermo. Ciò per dare seguito alla vertenza che sta riguardando tutti i componenti del call center del capoluogo siciliano. I vertici di Ita, infatti, hanno disertato il tavolo indetto dal Governo nazionale a Roma per risolvere lo stato di crisi. Decisione ritenuta inaccettabile dai lavoratori, che sono tornati così in piazza.

La solidarietà agli oltre 500 lavoratori dell’amministrazione comunale

“L’amministrazione comunale esprime piena solidarietà agli oltre 500 lavoratori e lavoratrici a rischio licenziamento e ferma critica nei confronti del comportamento di Covisian e di Ita, quest’ultima azienda committente interamente partecipata dello Stato che ha disertato senza alcun preavviso il confronto indetto due giorni fa dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. E non ha garantito il rispetto degli accordi siglati lo scorso ottobre in sede ministeriale che avevano ad oggetto la commessa affidata a Covisian”. Lo ha detto venerdì scorso il sindaco Leoluca Orlando durante il corteo, partito da piazza Croci, organizzato dai lavoratori Almaviva e Covisian, che ha sfilato lungo via Libertà. Presente anche l’assessora al Lavoro Giovanna Marano.

“Protesta forte e civile”

“È una situazione paradossale – ha continuato Orlando – anche in considerazione del fatto che Covisian ha unilateralmente preteso stracciare l’accordo senza neanche attivare un confronto e un monitoraggio sull’andamento del contratto tra l’altro previsto dallo stesso accordo”. Orlando, rivolgendosi agli operatori, ha confermato il suo “apprezzamento e condivisione alla protesta tanto forte quanto civile” e ha ribadito l’invito rivolto al Ministro Orlando e all’intero governo “perché creino – ha detto il sindaco – le condizioni di doveroso rispetto dei diritti dei lavoratori e dello stesso ruolo istituzionale del governo, l’uno e l’altro mortificati da Covisian e da Ita”.

Anche la Dc nuova con i lavoratori

“La Democrazia Cristiana è con i 543 lavoratori coinvolti nella sconcertante vicenda del Customer Center di Ita Airways ex Alitalia”. Lo dichiara l’avvocato Alì Listì Maman, dirigente regionale della Democrazia Cristiana Nuova di Totó Cuffaro. “Con quale coraggio possiamo proporre la ricandidatura se non si è riusciti a risolvere il dramma di questi lavoratori? – dice Alì Listi Maman – È un impegno che va risolto oggi, non domani! Rimarrò per strada a lottare a fianco dei lavoratori, senza sosta, affinché l’accordo sottoscritto da Covisian non venga disatteso. Anzi, invito chiunque ad unirsi a questa battaglia di dignità che non ha colori, loghi o bandiere, ma soltanto buonsenso e rispetto del Lavoro”.

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