Non si arrendono i lavoratori ex Almaviva e Covisan che rischiano il licenziamento dal call center. Ieri una folta rappresentanza di lavoratori si è data appuntamento questa mattina presso la stazione Notarbartolo di Palermo. Ora arrivano le reazioni della politica.

Solidarietà ai 500 lavoratori

“L’amministrazione comunale esprime piena solidarietà agli oltre 500 lavoratori e lavoratrici a rischio licenziamento e ferma critica nei confronti del comportamento di Covisian e di Ita, quest’ultima azienda committente interamente partecipata dello Stato che ha disertato senza alcun preavviso il confronto indetto due giorni fa dal ministro del Lavoro Andrea Orlando. E non ha garantito il rispetto degli accordi siglati lo scorso ottobre in sede ministeriale che avevano ad oggetto la commessa affidata a Covisian”. Lo ha detto stamattina il sindaco Leoluca Orlando durante il corteo, partito da piazza Croci, organizzato dai lavoratori Almaviva e Covisian e che sta sfilando lungo via Libertà. Presente anche l’assessora al Lavoro Giovanna Marano.

“Protesta forte e civile”

“È una situazione paradossale – ha continuato Orlando – anche in considerazione del fatto che Covisian ha unilateralmente preteso stracciare l’accordo senza neanche attivare un confronto e un monitoraggio sull’andamento del contratto tra l’altro previsto dallo stesso accordo”. Orlando, rivolgendosi agli operatori, ha confermato il suo “apprezzamento e condivisione alla protesta tanto forte quanto civile” e ha ribadito l’invito rivolto al Ministro Orlando e all’intero governo “perché creino – ha detto il sindaco – le condizioni di doveroso rispetto dei diritti dei lavoratori e dello stesso ruolo istituzionale del governo, l’uno e l’altro mortificati da Covisian e da Ita”.

Anche la Dc nuova con i lavoratori

“La Democrazia Cristiana è con i 543 lavoratori coinvolti nella sconcertante vicenda del Customer Center di ITA AIRWAYS ex Alitalia”. Lo dichiara l’avvocato Alì Listì Maman, dirigente regionale della Democrazia Cristiana Nuova di Totó Cuffaro. “Con quale coraggio possiamo proporre la ricandidatura se non si è riusciti a risolvere il dramma di questi lavoratori? – dice Alì Listi Maman – È un impegno che va risolto oggi, non domani! Rimarrò per strada a lottare a fianco dei lavoratori, senza sosta, affinchè l’accordo sottoscritto da Covisian non venga disatteso. Anzi, invito chiunque ad unirsi a questa battaglia di dignità che non ha colori, loghi o bandiere, ma soltanto buonsenso e rispetto del Lavoro”.

La rabbia dei lavoratori

Monta la rabbia fra i 543 dipendenti ex Almaviva. Una folta rappresentanza di lavoratori si è data appuntamento ieri mattina presso la stazione Notarbartolo di Palermo. Ciò per dare seguito alla vertenza che sta riguardando tutti i componenti del call center del capoluogo siciliano. I vertici di Ita, infatti, hanno disertato il tavolo indetto dal Governo nazionale a Roma per risolvere lo stato di crisi. Decisione ritenuta inaccettabile dai lavoratori, che sono tornati così in piazza.

La mobilitazione dei dipendenti ex Almaviva

Una rabbia espressa in pieno da Alfredo Falletta, uno dei 543 dipendenti ex Almaviva a rischio, che palesa la possibilità di ricorrere a forme di protesta estreme, come lo sciopero della fame. “Se Ita non si presenta ad un tavolo con il Governo, non interviene nessuno con urgenza. Ciò nonostante l’azienda non abbia un Consiglio d’Amministrazione e nonostante ci siano degli accordi fra Ita e Covisian in frode alla legge. In questo paese, i diritti dei lavoratori non contano nulla, mentre quelli di chi ha il potere contano tantissimo. A questo punto, visto che dobbiamo morire di fame, lo facciamo con il nostro gusto: faremo lo sciopero della fame”.

Occupata la stazione Notarbartolo

Una protesta che ha avuto l’apice intorno alle 11.00, quando la delegazione dei lavoratori è entrata all’interno della stazione Notarbartolo. I dipendenti hanno inscenato un corteo, esponendo alcuni striscioni ed intonando cori contro la dirigenza di Ita. Il gruppo è rimasto all’interno della struttura per una decina di minuti, per poi uscire nuovamente all’esterno. Mentre la protesta corre, i lavoratori attendono notizie da Roma. Il loro futuro è sempre più a rischio.

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