Con 40 voti a favore, 2 voti contrari e 11 astenuti l’Ars ha approvato il disegno di legge che riforma il sistema degli appalti pubblici modificando la composizione degli Urega, le stazioni uniche appaltanti.

Dopo diverse sedute consecutive rinviate per mancanza del numero legale, bloccando a lungo l’Ars tanto d afare temere conseguenze durante la viista dello scorso sabato del Ministrto de Vincenti a Palermo, oggi l’aula ha superato lo scoglio nonostante l’ennesima richiesta di verifica avanzata dal Movimento 5 Stelle.

L’esame del ddl è stato, così, completato. “Con l’approvazione da parte dell’Ars della riforma degli Urega (Uffici regionali espletamento gare d’appalto) – commenta soddisfatto il Presidente della Regione – si sblocca finalmente la situazione degli appalti in Sicilia”.

“Con la legge approvata si moltiplica il numero delle commissioni di gara e si attribuisce agli Urega, non un ruolo di gestione degli appalti, ma quello di controllo degli stessi. Sono previsti incentivi per le commissioni che operano velocemente e penalizzazioni per quelle che agiscono in ritardo. Il sistema Urega da stazione unica appaltante si era trasformato, negli anni, in commissione unica appaltante, prevedendo che presidenti della commissioni di gara potessero essere solo i presidenti o i vicepresidenti. Diciotto persone in Sicilia che dovevano gestire tutti gli appalti della Regione siciliana e degli enti locali, con un sorteggio del presidente di gara che avveniva, di fatto, tra due
dirigenti cioè il presidente o il vicepresidente”.

“Con la nuova legge – continua il presidente – si aumenta la trasparenza, l’efficienza degli appalti e si potrà velocizzare tutto il sistema di aggiudicazione relativo al Patto per la Sicilia. Ogni componente di commissione, incluso il presidente, non potrà essere nominato per più di due gare contemporaneamente. Adesso è importante lo sblocco del Poc, già inviato a fine dicembre in Assemblea regionale. Il governo chiederà urgente trattazione perchè,
all’interno del Poc, sono contenute le risorse necessarie per intervenire in quei comuni che hanno subito alluvioni in questi giorni, per il reddito di inclusione per i poveri, per i disoccupati e – conclude Crocetta – per il servizio civile per i giovani”.

La riforma, di fatto, è un ritorno al passato con la frammentazione e moltiplicazione dei soggetti appaltanti. Un sistema auspicato dal governo centrale in vista degli appalti del Patto per il Sud che potrebbero, così, accelerare il loro iter anche se le responsabilità andranno collocate a vari enti di vario livello dai comuni alla Regione.

Soddisfatta la Cisl che qualche giorno fa aveva chiesto al Parlamento e al Governo regionali una corsia preferenziale all’Ars sulle emergenze, parallela alla discussione sul bilancio, per varare alcune “riforme necessarie e urgenti”. A cominciare da quella dei rifiuti. Perché nell’Isola, aveva scritto, il sistema-colabrodo degli Ato registra 1,8 miliardi di debito, la raccolta differenziata è ferma al 13%. Ancora la Sicilia, in assenza di impianti per il recupero energetico, è rimasta “l’ultima in Europa” a conferire in discarica gli scarti. E tra qualche mese le discariche, ormai sature, esploderanno. “Non attenderanno la fine della campagna elettorale”, annota la Cisl.