E’ come una sorta di pellegrinaggio quello che da ieri si registra a Villabate nella casa in cui si è consumato l’orrore dell’omicidio suicidio. Amici, vicini di casa, parenti e anche semplici conoscenti sono in lacrime davanti a quell’appartamento in via Giovanna D’Arco. Ad emergere con il passare delle ore le “crepe” che stavano affiorando nella testa di Salvatore Patinella, 41 anni, l’uomo che ha compiuto l’insano gesto. Non si era mai riuscito a rassegnare alla fine del rapporto con l’ex compagna Giovanna Bonsignore, 37 anni, e per questo prima ha ucciso lei con un bisturi e con lo stesso oggetto si è tolto la vita.
Lei ragazza solare
Davanti casa dove si è consumata la tragedia piangono tutti: “Come è possibile che sia successo?”. Come può un amore finito spingere sino a questi terribili gesti? Sono le domande che da ieri si pongono tutti a Villabate e non solo. Salvo Patinella ha abitato a lungo con la famiglia a Partinico, prima di andare a convivere con Giovanna. Lo ricordano conoscenti ed ex compagni di scuola: “Non lo avrei mai detto, esternava grande dolcezza” racconta proprio un’ex compagna di scuola. Si dice che prima di quest’ultima relazione l’omicida suicida ne avesse vissuta un’altra di forte delusione.
“Cosa si sarebbe potuto fare?”
“Ancora una volta – commenta l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano – ci ritroviamo a commentare un femminicidio. Interrogandoci su cosa si sarebbe potuto fare per evitare l’ennesima tragedia. Dobbiamo intervenire tutti insieme, istituzioni, parenti e amici, per aiutare chi è vittima silenziosa, chi subisce e spesso ha paura di recarsi dalle forze dell’ordine”. Secondo l’assessore le istituzioni e i servizi sociali devono porre la giusta attenzione sugli uomini violenti, che sono carnefici ma anche vittime di loro stessi.
Progetti per arginare
La Regione Siciliana, attraverso il fondo Pari opportunità, ha già predisposto alcuni progetti per questi soggetti a rischio e la misura verrà mantenuta anche in futuro. “Inoltre – aggiunge l’assessore regionale -, abbiamo messo a disposizione, attraverso i Piani di zona, le equipe multidisciplinari, formate da assistenti sociali, psicologi, mediatori familiari, educatori che possono aiutare a supportare gli uomini maltrattanti, creando in primis una cultura di contrasto alla violenza. Lancio un appello agli uomini – conclude l’assessore -, non rovinate la vostra vita e quella degli altri. Fatevi assistere, cercate assistenza e rivolgetevi alle strutture territoriali che possono aiutarvi”.
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