È crisi del settore vitivinicolo in Sicilia a causa di grandi giacenze, prezzi bassi e disparità tra la raccolta dichiarata e il vino prodotto. Quello del vino da fiore all’occhiello dell’economia siciliana rischia di diventare un pesante fardello e sono tante le emergenze da affrontare del settore vitivinicolo siciliano. Per conoscere quali misure il governo nazionale intenda adottare per uscire dal tunnel, il deputato Movimento 5 Stelle alla Camera, Antonio Lombardo, ha presentato una interrogazione al ministro delle Politiche agricole, Centinaio.
“Durante l’ultima edizione del Vinitaly – ricorda Lombardo – sono emerse notizie positive sui trend del cosiddetto ‘imbottigliato’, ma a questo non corrisponde una ripresa della filiera della produzione. Anzi, oggi i giovani viticoltori combattono per scongiurare l’abbandono dei vigneti”.
“Grandi giacenze – spiega il deputato – sono state immesse sul mercato nel corso dell’ultima annata agraria, dalle cantine di diverse regioni italiane che hanno dichiarato una raccolta con alte rese per ettaro. Per esempio, secondo i dati di marzo 2019, la Sicilia con 8.944 ettari coltivati a vigneto ha giacenze di vino bianco per 1.016.468 litri; in Emilia Romagna, dato che appare anomalo, i vigneti sono pari a 504 ettari e si registrano giacenze pari a 3.834.894 litri. Diversi dati non sono proporzionati tra regioni. Questo mentre il Testo unico n. 238 consente alle cantine di presentare dichiarazioni di raccolta del vino bianco comune sino ad un massimo di 500 quintali per ettaro di vigneto. Per Lombardo, quindi, i dati di resa dei vigneti in funzione della produzione andrebbero verificati paragonandoli con i dati delle dichiarazioni di produzione delle singole aziende vitivinicole. “Ciò consentirebbe – afferma l’esponente M5S – di conoscere la somma complessiva delle denunce aziendali di raccolta e di verificare se questa corrisponda ai dati di produzione complessivi per ogni cantina e per l’intera regione di riferimento”.
Per questo motivo, Lombardo nell’interrogazione chiede al ministro quali iniziative intenda intraprendere il governo a tutela dei viticoltori e lancia alcune proposte: modificare il T.U. 238/2016 disponendo, per il vino bianco comune, il limite massimo di 250 quintali di raccolta per ettaro e un incremento dei controlli per verificare la corrispondenza tra le denunce aziendali di raccolta e il vino complessivamente prodotto; avviare l’iter per richiedere la distillazione degli esuberi per quelle aziende che abbiano superato i 200 quintali per ettaro; predisporre specifici controlli contro i responsabili del cosiddetto ‘zuccheraggio’ dei vini, pratica vietata in Italia.
“Il fenomeno – commenta Lombardo – è preoccupante, la crisi del mercato e i prezzi bassi del vino prodotto non consentono alla maggior parte delle cantine sociali della Sicilia occidentale di onorare i prestiti relativi dell’anticipazione bancaria su merci, con il rischio di incorrere in gravi sofferenze bancarie e, nei casi più gravi, nel fallimento aziendale. Occorre prendere dei provvedimenti”.
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