“Chi si mette contro di me di mette contro la morte” “le cose belle si fanno con gli amici”. E poi ancora sto ricevendo tanti messaggi in privato da ragazze, ma come faccio a uscire con voi siete troppe”, “ah volevo ringraziare a chi di continuo dice il mio nome mi state facendo solo pubblicità e hype”.
Secondo i magistrati tutte frasi vere, autentiche, che mostrerebbero una sostanziale mancanza di pentimento da parte del minorenne coinvolto nella violenza di gruppo ai danni di una ragazza lo scorso 7 luglio. Minorenne che era stato scarcerato e mandato in comunità, ma poi riportato in carcere, pare, proprio a causa di chat e video mandati dalla comunità.
“Mi piace trasgredire”
“Arriviamo a 1000 follower così potrò fare la live e spiegarvi com’è andata realmente”. E ancora “Mi piace trasgredire come musica in sottofondo si sente la canzone “Nun se toccano e femmine”. Per finire l’ultima immagine raffigura gli attori del film di mafia “Quei bravi ragazzi”. Questo era il tono delle chat con degli amici, dove ringraziava perfino di avere delle fans.
Le parole del magistrato
“Tali nuovi e sopraggiunti elementi investigativi – si legge nel provvedimento del gip Antonina Pardo – tratteggiano la personalità di un giovane che lungi dall’aver avviato un percorso di consapevolezza del gravissimo reato commesso, reato commesso avvalendosi della forza del gruppo ai danni di una giovane donna resa inerme a causa dell’intossicazione da alcol procurata dagli stessi partecipanti alla violenza) avendo ottenuto condizioni di maggiore libertà con l’inserimento in comunità ha continuato ad utilizzare il telefono cellulare o altro dispositivo informativo per vantarsi delle sue gesta e per manifestare adesione ai modelli comportamentali criminali”.
“La chat del 7 luglio ( poco dopo lo stupro) rivela inequivocabilmente l’estremo compiacimento del minore rispetto a quanto accaduto, la sua totale insensibilità rispetto alla atrocità commessa considerata fonte di divertimento e il suo disprezzo per la vittima. Ciò induce fondatamente a ritenere che le parziali ammissioni del minore in sede di interrogatorio di garanzia nel corso del quale lo stesso ha ammesso di aver partecipato alla violenza di gruppo alla luce del sopraggiunto quadro investigativo hanno avuto una valenza assolutamente strumentale volta unicamente ad ottenere l’attenuazione della misura”.
E’ quanto si legge nell’ordinanza con la quale il gip Antonina Pardo del tribunale per i minorenni ha disposto l’aggravamento della pena per il minore che ha preso parte alla violenza sessuale di gruppo al Foro Italico. “Peraltro in quella sede l’indagato ha fornito una versione dei fatti non combaciante con quanto riferito dalla parte offesa (l’indagato ha sostenuto di avere ad un certo punto aiutato la vittima) – aggiunge il gip – e con quanto emerso dalle videoriprese relative alle fasi di violenza sessuale rintracciate sul telefono del coindagato Angelo Flores che danno contezza della partecipazione del minore e del suo ruolo attivo sia rispetto alla violenza sessuale sia rispetto alle zioni violente che furono messe in atto e che accompagnarono la violenza sessuale (la vittima venne anche picchiata).
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