Uno degli ultimi femminicidi avvenuti in Sicilia si è consumato a settembre ad Avola, a perdere la vita è stata Loredana, una mamma di 47 anni, uccisa per difendere la figlia dalle intenzioni omicida dell’ex fidanzato. E’ uno dei troppi drammatici casi di violenza contro le donne, commessi da uomini: fidanzati, amanti o ex. Ma le istituzioni cosa hanno fatto finora per contrastare la violenza di genere? E ancora quali azioni sono state messe in campo in Sicilia, da quando sei anni fa è entrata in vigore la legge regionale per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere?”.

A chiederlo è deputata regionale del M5S Jose Marano, che, alla vigilia del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha depositato all’ARS una mozione e una richiesta di accesso agli atti per verificare quanto è stato fatto in Sicilia.

“La convenzione di Istanbul afferma che la violenza contro le donne è una manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi, che hanno portato alla dominazione sulle donne e alla discriminazione nei loro confronti da parte degli uomini e impedito la loro piena emancipazione. E per questo ho scelto la ‘ricorrenza’ del 25 novembre per chiedere qual è stato di attuazione della legge siciliana numero 3 del 2012 – afferma Marano – che attribuisce alla Regione il compito di mettere in campo una serie di azioni e misure su questo fronte”. “Vogliamo conoscere – continua Marano – i risultati concreti raggiunti finora con il piano regionale antiviolenza, il Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere e l’Osservatorio regionale per il contrasto alla violenza di genere, istituito col compito di monitorare, raccogliere ed elaborare i dati forniti dai centri antiviolenza, dagli enti locali e dai servizi territoriali su episodi di violenza, che dovrebbero servire per le politiche da mettere in campo”.