“Mio padre è sordo e cieco e non riesco ad avere notizie mentre si trova ricoverato al reparto Covid dell’ospedale Policlinico di Palermo.

Non possiamo, chiaramente chiamarlo al cellulare, e ci dobbiamo affidare ai medici e infermieri che non rispondono”.

E’ lo sfogo del figlio di un uomo di 83 anni che si trova da alcuni giorni nel reparto Covid dopo essere stato ricoverato in cardiologia. Reparto nel quale sono stati sospesi i ricoveri a causa di un focolaio scoppiato in questi giorni. Trentasette tra pazienti e sanitari che sono stati contagiato.

“Mio padre è stato ricoverato in cardiologia il 2 gennaio. Stava male e lo abbiamo portato in ospedale con il 118. Ha fatto due tamponi, tutti e due negativi. Dopo alcuni giorni la situazione era rientrata e i medici ci avevano detto che se il tampone fosse stato negativo lo avrebbero dimesso. L’indomani – aggiunge il figlio – alle sette di mattina riceviamo la telefonata con la quale ci avvertono che mio padre era positivo. Io e tutti i parenti che sono stati a contatto con lui abbiamo fatto il tampone e siamo risultati negativi.

Quindi mio padre ha contratto il virus nel reparto. I medici mi hanno detto che già erano in sei infetti e che era una cosa che poteva accadere. Da allora non abbiamo notizie sulle sue condizioni. Chiamiamo al telefono e nessuno risponde. Possibile che non si riesca ad organizzare un call center per dare notizie ai parenti? E’ una vergogna”.

Una situazione dolorosa, resa ancora più difficile dalla impossibilità di potere comunicare con il familiare.

“Qualche giorno fa abbiamo saputo che mio padre aveva espresso il desiderio di un piatto di pasta cucinato da mia sorella – conclude il figlio – Noi lo abbiamo esaudito. Ma non sappiamo se mio padre quel piatto di pasta mio padre lo abbia mangiato”.

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