Visita solitaria dal punto di vista istituzionale per il Premier Giuseppe Conte a Palermo accompagnato dalle polemiche del sindaco di Palermo e del Presidente della Regione. Giunto a Palermo di buon ora il Premier ha, dapprima omaggiato i caduti alla stele di Capaci dove, però, i giornalisti sono stati lasciati molto lontani.
Le sue prime parole pronunciate a Brancaccio, invece, sono state in risposta alla polemica di Orlando che lo aveva attaccato sui tagli ai progetti per Brancaccio “Se il sindaco ritiene questo e non accoglie il suo presidente faccia pure. Ma bisogna essere corretti però, ieri sera lavorando fino a tarda notte ho incontrato una ventina di sindaci dell’Anci e non ricordo il volto del sindaco Orlando”.
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dopo essere atterrato all’aeroporto di Palermo, si era fermato lungo l’autostrada A29 davanti la stele che ricorda la strage di Capaci, il 23 maggio 1992, per rendere omaggio alle vittime: i magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo e gli agenti della polizia di Stato Antonino Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Conte, accompagnato dal sottosegretario Vito Crimi, è stato accolto dal prefetto Antonella De Miro. Il premier poi si recherà a Palermo nell’istituto comprensivo Padre Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio per inaugurare l’anno scolastico.
Giunto nella scuola “padre Pino Puglisi” nel quartiere Brancaccio a Palermo accompagnato dal sottosegretario alla Presidenza Vito Crimi e dal prefetto Antonella De Miro ha subito risposto alla domanda dei giornalisti sull’assenza delle istituzioni siciliane.
“Abbiamo lavorato tanto e trovato una soluzione rispetto a un provvedimento che era incostituzionale, stiamo recuperando un profilo di costituzionalità e abbiamo trovato un percorso. In più ho assicurato il modo per recuperare questi finanziamenti” ha aggiunto il Premier. “Se il sindaco Orlando ha nella sua testa progetti che non ha realizzato non é colpa mia”, ha aggiunto commentando l’assenza polemica di Orlando.
Poi ha lasciato la polemica per occuparsi di scuola “Sono molto contento dell’invito che mi è stato fatto a partecipare all’inaugurazione dell’anno scolastico nella scuola intitolata a padre Puglisi, ho avuto modo in questi giorni di rileggere la sua storia”.
“Il contrasto alla mafia deve essere un pilastro ineludibile di qualsiasi azione di governo: però se pensate allo Stato che ha dei mezzi di prevenzione e repressione ma che a seconda delle risorse e della sensibilità del governo possono essere più o meno efficaci, il contrasto più efficace alla mafia è affidato a questo edificio, alla scuola: e forse questa è l’intuizione più forte di don Puglisi” ha detto Conte parlando nella scuola. “Oggi è una mafia sempre più finanziaria, cerca i soldi, rincorre il denaro e si sviluppa in modo camaleontico e diventa meno percepibile: lo Stato avrà sempre più difficoltà, non deve abbassare mai la guardia”.
“Ma il modo migliore per combatterla è questa realtà – ha aggiunto il premier riferendosi alla scuola ‘Puglisi’ – perché la mafia si vede minare le strategie di sviluppo, gli viene meno la linfa vitale”. E ha ricordato una frase dell’assassino del sacerdote: “Puglisi si pigghia i picciriddi” (si prende i bambini, ndr).
“Pino Puglisi è stato un chicco di grano che ha dato frutti copiosi, lo possiamo dire. Venticinque anni fa, 15 settembre 1993: è stato un giorno incredibile, per tutti coloro che amavano don Pino Puglisi. La mia presenza qui non è la presenza di Conte, ma la presenza del presidente del Consiglio, la presenza dello Stato che rende omaggio a una persona speciale, che onora la memoria di una persona speciale”.
“Ho ascoltato alcune richieste. Non prometto niente, si vedrà” ha detto alla fine chiudendo il suo intervento nella scuola “Puglisi” a Palermo riferendosi ad alcune richieste che gli sono state fatte per migliorare la vivibilità nel quartiere Brancaccio a Palermo.
La Rete degli studenti medi, in occasione della visita del premier Giuseppe Conte alla scuola Ics don Pino Puglisi e al quartiere Brancaccio, a Palermo, ha preparato una lettera da consegnare al presidente del Consiglio, nella quale si sottolinea che Brancaccio, dove don Puglisi guidò la parrocchia fino a quando non fu assassinato dalla mafia, il 15 settembre ’93, “è una zona con evidenti difficoltà a causa delle scarse opportunità dovute alla correlazione tra abbandono scolastico e criminalità organizzata. I disagi delle zone problematiche sono strettamente collegati a problemi sociali, primo fra tutti la povertà, causa dell’alto livello di abbandono scolastico dovuto alla disperazione”.
“La scelta di inaugurare l’anno scolastico nella scuola dedicata a don Pino Puglisi – scrivono gli studenti – è per eseguire un rituale istituzionale o per sensibilizzare la popolazione e cercare di porre rimedio prendendo una posizione? Don Pino Puglisi ha cercato di risolvere questi problemi con i mezzi che aveva. La continua assenza da parte dello Stato nel quartiere di Brancaccio e altre zone simili non fa altro che aumentare la totale assenza di garanzie vincolate anche dagli scarsi investimenti sul lavoro e sull’istruzione, ormai fondamentali anche a causa della mancanza di una legge regionale per il diritto allo studio”.
“Quello che chiediamo – concludono – è un maggiore e concreto interesse riguardo le tematiche sociali legate al territorio e strettamente collegate all’istruzione. Questo governo, che si autoproclama del cambiamento, dovrebbe stanziare più o nuovi fondi, per garantire diritto allo studio a tutti, miglior welfare studentesco ed edilizia scolastica, dando la possibilità di rivalutare l’istruzione e abbassare il livello di abbandono scolastico in Sicilia, che attualmente si colloca al terzultimo posto in Italia per i tassi di abbandono”.
Al termine della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico, il premier Giuseppe Conte si è riunito privatamente con alcuni familiari di padre Pino Puglisi, e i dirigenti scolastici, in una stanza dell’istituto. Subito dopo ha lasciato Palermo.
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