Ciao Vito, ci mancherai“: un gruppo di tifosi del Palermo si è riunito questo pomeriggio nello spiazzale dello stadio Renzo Barbera per dare l’ultimo saluto a Vito Chimenti, storica bandiera del club palermitano deceduto il 29 gennaio all’età di 69 anni. Un gesto simbolico per celebrare la memoria dell’ex calciatore rosanero, i cui funerali si sono svolti questa mattina a Matera.

L’ultimo saluto a Vito Chimenti

I supporters, circa una ventina, hanno fatto volare alcuni palloncini rosa sul cielo dell’impianto di viale del Fante. Qualcuno ha accennato anche qualche coro. In tanti hanno versato anche qualche lacrima, conoscendo anche direttamente l’ex calciatore del Palermo. Fra questi Melissa Catanzaro, componente attiva del club “Rosanero Girls” e organizzatrice dell’evento. “Dal mio punto di vista, tutta Palermo doveva a Vito un saluto particolare. Ha dedicato la sua vita a questa città e a questi colori. Per lui il Palermo non era una squadra di calcio normale, era la sua squadra“.

Un ricordo, quello di Melissa Catanzaro, che va al di là delle imprese in campo. “Vito Chimenti non era un giocatore, era un amico per me e per la mia famiglia. Lo conosco da quasi cinquant’anni. Ero piccola la prima volta che l’ho visto. Come uomo ci mancherà tantissimo. Era una persona stupenda. Il ricordo più grande di lui è che quando scendeva a Palermo, lui piangeva. Lui era così. Si emozionava pensando a questa città“.

Segnò nella finale di Coppa Italia alla Juventus

In maglia rosanero Vito Chimenti ha disputato due stagioni in serie B tra il 1977 ed il 1979. Mise a segno 29 reti in 74 presenze. Segnò anche nella finale di Coppa Italia della stagione 1978-1979 quando dopo appena un minuto portò illusoriamente in vantaggio il Palermo sulla Juve dopo appena un minuto di gioco nella stregata finale di Napoli che vide poi i bianconeri pareggiare a sette minuti dal ’90 con Sergio Brio e vincere il trofeo grazie ad una rete di Franco Causio a 3’ minuti dallo spettro dei calci di rigore. Chimenti fu costretto ad uscire ad inizio ripresa per un problema fisico. Probabilmente fu quello il suo più grande rammarico in carriera.

Famoso per la sua bicicletta

Da giocatore era diventato piuttosto popolare a livello nazionale per la sua bicicletta con cui riusciva a saltare gli avversari che provavano a fermare la sua corsa verso la porta avversaria. A testimonianza della sua tecnica funambolica che lo fece tanto amare nelle piazze dove è andato a giocare.

 

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