La Corte d’Appello di Palermo ha assolto dall’accusa di voto di scambio l’ex assessore regionale ai Beni Culturali, l’Udc Antonello Antinoro.
La Corte lo ha assolto dal voto di scambio politico-mafioso mentre ha dichiarato prescritto il reato di corruzione elettorale. Il pg Domenico Gozzo aveva chiesto la conferma della condanna dell’imputato a 6 anni di carcere.
In primo e secondo grado Antinoro era stato condannato ma la Corte di Cassazione aveva annullato la sentenza rinviandola ad altra sezione d’appello.
Oggi la fine di un incubo per l’ex assessore Udc dopo una Camera di consiglio durata appena un’ora, dalle 16 alle 17 circa di oggi pomeriggio.
La vicenda è lontana nel tempo. Antinoro, eletto all’Ars nel 2001 con oltre 7000 preferenze, vive il suo exploit politico solo nel 2006 dopo l’adesione all’Udc e la rielezione con oltre 28 mila voti che gli frutteranno il soprannome di ‘mister preferenze’. Un consenso che lo porterà a sedere sulla poltrona di assessore regionale ai Beni Culturali.
Il 14 maggio del 2009 riceve un avviso di garanzia che segna l’inizio di una inchiesta che durerà fino ad oggi. L’accusa è di voto di scambio con i boss di San Lorenzo. Chiede e ottiene di rendere dichiarazioni spontanee e si difende pubblicamente ma nel febbraio del 2010 arriva il rinvio a giudizio.
Il 16 dicembre del 2011 arriva la condanna in primo grado a 2 anni e 2 mesi per voto di scambio semplice escludendo l’aggravante mafiosa ma riporta anche pene accessorie fra cui l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici.
In appello la Procura generale torna a contestare l’aggravante mafiosa stavolta riconosciuta dalla Corte che lo condanna, il 5 luglio 2013, a 6 anni di carcere ma il 3 giugno del 2014 la Corte di Cassazione annulla la condanna con rinvio ad altra sezione della corte d’appello.
Oggi la nuova sentenza d’appello che arriva dopo 7 anni e 4 processi e lo assolve dalle accuse
Il primo commento è quello del collegio difensivo composto dagli avvocati Valerio Spigarelli, Giuseppe Cincioni, Marianna Viola e Marco Sabatini, che precisa “nel processo all’On. Antonello Antinoro è stata ritenuta insussistente l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso, riconoscendo in tal modo l’innocenza dell’imputato rispetto a questa contestazione”.
“E’ importante sottolineare – dice a BlogSicilia l’avvocato Giuseppe Cincioni – come la corte abbia escluso la sussistenza del reato di voto di scambio politico-elettorale previsto dall’articolo 416 ter del codice penale. Una sentenza che arriva a valle di un processo nel quale sono state prodotte prove per noi nuove che hanno chiarito la posizione del nostro assistito. Peraltro il pentito che parla a verbale fa riferimento solo a servizi di affissione di manifesti e a null’altro”.
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