In questi giorni di pandemia mondiale, quando siamo in grado di prendere respiro dalla nuda crudezza dei numeri, scegliamo di farci consolare da entusiasmanti gesti di solidarietà e partecipazione sociale.

Quanto ci è piaciuta l’idea del panaro solidale a Napoli? Panieri calati dai balconi nei bassi della città partenopea che recano sopra una scritta: “Chi ha metta, chi non ha prenda”. Quanto è bella. Quanto racconta del calore del sud. E altre considerazioni del genere. Per chi non lo sapesse, la frase è di un medico napoletano, Santo della Chiesa cattolica, Giuseppe Moscati che la rivolgeva ai suoi pazienti. Curava a gratis chi non poteva permettersi di pagare il suo onorario e devolveva quello che gli veniva offerto a quelli che appunto non avevano. Un santo.

Ora prendete questa esperienza e questa frase, “chi ha metta, chi non ha prenda”, e cercate di comprenderne il senso profondo. Così la vedo io: racconta dell’equità sociale a cui si contribuisce recuperando i gap che ci sono nelle condizioni di partenza di ogni essere umano sulla terra. Chi è povero non lo è per colpa. Le circostanze non sono una responsabilità personale e il mito del clochard che ama vivere in strada di stenti è un falso mito. Punto e basta.

Opposti ai poveri ci sono i ricchi: anche in questo caso la ricchezza non è una colpa. Può essere frutto del merito, delle circostanze, del censo familiare. Dell’abilità imprenditoriale. A volte può essere frutto di un’abilità senza scrupoli e della corruzione (questa sì che è una colpa). Ma per le altre tipologie di ricchezza non c’è da puntare il dito. Ma solo, per chi ricco non lo è, sperare che quella ricchezza sia usata bene. Magari per colmare quelle condizioni di partenza che fanno la differenza nella vita dei ricchi e dei poveri. “Chi ha metta, chi non ha prenda”, appunto.

Cambiamo registro: cosa sono gli eurobond? Non essendo economista, mi limito a una veloce spiegazione. In soldoni si tratta di titoli pubblici – al pari dei nostro buoni poliennali del tesoro, i Btp – emessi dall’Unione europea. Titoli garantiti da tutti gli stati membri e ripagati da ciascuno secondo il suo peso nell’economia europea. Chi compra gli eurobond? Gli investitoti che si siano convinti a “scommettere” sul guadagno che ne verrà al riscatto di questi titoli. E siccome ad emetterli non è un singolo Stato ma l’insieme di tutti quelli che compongono l’Ue, il modo per allettare gli investitori è concedere loro un tasso di interesse di acquisto più basso rispetto agli equivalenti titoli nazionali. In questo modo, l’Unione incassa la cifra sul titolo emesso ma si indebita per il futuro garantendo un meccanismo solidale di distribuzione del debito fra gli Stati membri. E chi è il futuro dell’Europa? I nostri figli. In questi giorni in cui viviamo a stretto contatto con la loro quotidianità, alzi la mano chi non ha pensato. “Povero figlio mio, quanto sarà faticoso il tuo futuro? Quanto dovrai pagare per tutto questo”. Ed evitiamo la conta, già nota, del debito che pesa su ogni singolo cittadino italiano sin dal primo vagito fuori dalla pancia della mamma.
A pagare i costi di questa pandemia mondiale, saremo tutti. Tutti, ricchi e poveri. Ricchi e poveri fra i nostri figli. Pace. C’è poco da fare su questo.

Vi ricordate Moscati? “Chi ha metta, chi non ha prenda”? La domanda è: perché questo assunto che ci sembra tanto bello quando lo leggiamo sui panari solidali dei bassi di Napoli, (e a calare giù i panari non sono i ricchi ma quelli che vivono normalmente, almeno) ci scandalizza se solo si accenna al tema della patrimoniale? Orrore, non si devono toccare le tasche degli italiani. Lo so il tema è divisivo e non riscuote consensi. Soprattutto elettorali. Ma parlarne perché no, in questi tempi straordinari di crisi straordinaria? Innanzitutto sono 800mila italiani quelli che eventualmente sarebbero oggetto di una patrimoniale “una tantum”, quella proposta da Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera e su cui il premier Giuseppe Conte ha già messo una croce (ma i 5Stelle non erano il partito del popolo contro la casta? ndr).

Patrimoniale, se non vogliamo chiamarla contributo di solidarietà da parte di chi ha e mette a disposizione, che avrebbe consentito di incassare 1 miliardo e 250 milioni di euro. Poca cosa? Forse, ma in tempi di magra, ogni … è sostanza. Però guai alla patrimoniale. Guai, perché a pagare dobbiamo essere tutti. Poveri e ricchi. Uguale. Con quel meccanismo da flat tax che piace tanto e che ha subito rinverdito il leader della Lega, Matteo Salvini, a cui fa coro il leader di Italia Viva, Matteo anche lui Renzi. Perché a 800 mila italiani non va toccata la tasca. A 61 milioni di italiani, sì. Pagheremo tutti, pagheremo caro. E magari, nel frattempo, gli 800 mila italiani sposteranno la loro residenza fiscale all’estero. Pagheremo in 60milioni e 200 mila. Perché la patrimoniale non si può nemmeno citare.