Pietro Navarra lascia il PD ed approda all’interno della coalizione di centrodestra. Ad annunciarlo è lo stesso parlamentare nazionale, non ricandidato all’interno delle liste Dem in questa tornata elettorale. Momento politico nel quale il deputato nazionale ha dichiarato il proprio sostegno a Renato Schifani.

“Lascio il PD, sosterrò Schifani”

Movimento politico che Pietro Navarra ha ricondotto a scelte sbagliate da parte della dirigenza del Partito Democratico. “Io non sono cambiato in questi anni. I miei valori e la mia visione della società sono rimasti sempre gli stessi. È il Partito Democratico ad avere ceduto ancora una volta a una deriva radicale nella quale mi sento fuori posto. Per queste ragioni, dopo una pausa di riflessione e di confronto con i tanti amici che hanno sostenuto la mia esperienza politica negli ultimi 4 anni, ho deciso di lasciare il Partito Democratico. Tuttavia, per non disperdere un patrimonio elettorale importante che si traduce in valori, idee e competenze da promuovere per il futuro della Sicilia, abbiamo deciso di comune accordo di sostenere la candidatura di Schifani a governatore“.

Le motivazioni

Una scelta che parte da lontano, in particolare dal bagaglio di valori del parlamentare. “Sono un professore universitario e insegno economia del settore pubblico. In tanti anni di studio e ricerca, ho maturato una visione della società e dell’economia liberale e riformista. Questa visione si fonda su alcuni convincimenti fondamentali. Credo nel libero mercato non soggetto a interferenze politiche arbitrarie per ridurre la concorrenza e garantire posizioni di rendita alle imprese esistenti e proteggerle dalla minaccia di potenziali entranti”.

“Quella candidatura – ricorda – mi fu offerta dall’allora segretario nazionale dei Dem, Matteo Renzi, che guidava un partito liberal-democratico nei fatti, capace di adattare il vecchio ideale socialdemocratico ai mutamenti interni e internazionali degli ultimi trent’anni. In questi anni ho visto un Partito Democratico racchiuso in sé stesso, concentrato in liti di potere vuote e distruttive. Una ricerca di potere spesso fine a sé stesso, che divide perché non è sostenuto dalla politica, quella che si alimenta da un progetto politico che riguarda il futuro delle nostre comunità in un momento difficile, ma ricco di opportunità per cambiare il Paese, e per farlo in meglio”.